di Andrea Braconi
Il mondo è cambiato, ad una velocità inesorabile, ma nel Fermano ci si è illusi che il nostro “saper fare” sarebbe potuto rimanere un argine invalicabile di fronte alle nuove sfide. Invece, la realtà ci ha spinto dentro una crisi le cui conseguenze si sono tradotte in chiusure di numerose aziende, in un calo dell’occupazione e, complessivamente, nell’entrata in un vortice dal quale oggi tutte le istituzioni, le associazioni di categoria e le sigle sindacali, per la prima volta in maniera unitaria, stanno provando ad uscire.
La dimostrazione sta nel percorso per il riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa, un tema dibattuto nella seconda parte del convegno tenutosi nella sede della Camera di Commercio sul tema “Imprenditori: ambasciatori della qualità del territorio. Innovazione e marketing: le leve per tornare a crescere”.
“Giorgio Foa cinquant’anni fa – ha ricordato Piero Marcolini, presidente dell’Istao – vedendo uno sviluppo prorompente ma con limiti strutturali ha pensato, per un accompagnamento alle aziende, di fornire le skills necessarie a quel tipo di sviluppo. Oggi c’è una domanda inevasa nel tessuto dominato da piccole imprese e l’accompagnamento nella formazione dell’imprenditore è sicuramente più complicato. Il punto di caduta su cui è possibile riflettere è cogliere l’occasione del piano dell’area di crisi complessa, mettendosi insieme e lavorando. Servono meno convegni e più stazione appaltante su un progetto unitario”.
Tra i protagonisti del riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa c’è sicuramente l’assessore regionale Fabrizio Cesetti. “Ho detto che su questa questione la classe dirigente, me compreso, ha l’opportunità di progettare il proprio futuro e di mettere in campo le proprie idee. È un’occasione che non possiamo perdere. E non voglio più sentire parlare di fondi, voglio sentire parlare di quali progetti e di cosa fare. Perché se non ci saranno progetti di sostanza, nessun progetto verrà finanziato”.
L’Area di Crisi Complessa, ha ricordato Cesetti, è stata richiesta dalla Regione Marche. “Nel farlo abbiamo tenuto conto di una visione regionale e anche oltre, se pensiamo all’area Piceno-Val Vibrata con 8 Comuni abruzzesi, oltre all’accordo di programma di Fabriano che riguarda anche la Regione Umbria”.
Al centro della discussione anche il rilancio infrastrutturale. “Sulla questione Aerdorica non è emerso a sufficienza un fatto – ha affermato l’assessore – l’aeroporto è stato salvato dall’amministrazione regionale delle Marche. Chi parla insieme al presidente e ai colleghi di Giunta ha assunto a suo tempo la responsabilità di atti da far tremare i polsi, all’interno di un percorso giuridicamente ineccepibile ed economicamente sostenibile, validato dall’Unione Europea e dal Tribunale in sede di concordato, che ha consentito l’ingresso di un socio privato che acquisirà la maggioranza delle azioni. Un’operazione eccezionale per dotare questa regione di infrastrutture indispensabili, il rilancio di un aeroporto dove c’era un’istanza di fallimento”.
All’interno della Camera di Commercio, coma ha ricordato il presidente Gino Sabatini, si è discusso molto delle difficoltà infrastrutturali, in particolare in alcune zone, e dell’accesso verso le linee più importanti. “Dobbiamo essere uniti su una prospettiva molto più grande, abbiamo la possibilità di riordinare un assetto nuovo di sviluppo del territorio fermano, di ragionare su un nuovo modello di sviluppo che non passa solo dalle infrastrutture viarie o dall’aeroporto, ma anche dalla banda larga o dal 5G. Sta a noi decidere se essere un corpo unico e ragionare tutti insieme su un nuovo modello produttivo, turistico e sociale, per poterlo sviluppare negli anni”.
Rimanendo sulla situazione della Camera di Commercio, Sabatini ha sottolineato come il personale fermano verrà stabilizzato. “C’è un passaggio che avviene nel momento in cui ragioni con entità più grandi strutturandoti in maniera più grande” ha precisato, nel motivare le ragioni che portarono alla scelta di un unico ente camerale regionale.
A ritornare sul tema infrastrutture è stato Carmine Bassetti, amministratore unico di Aerdorica. “Per l’aeroporto è un po’ un anno zero, partiamo con pochissimo in termini di operatività. Gli aeroporti sono asset che vanno costruiti nel tempo e il loro ruolo è fondamentale. Falconara ha una valenza strategica nel contesto dell’economia marchigiana. I migliori aeroporti in Italia sono privati, come Roma, Milano e Venezia, per questo stiamo cercando di fare un’accelerazione mostruosa, parlando con le compagnie aeree. Bisogna avere una fitta rete di voli domestici, altrimenti non avrai mai quelli internazionali. In questo modo si va a creare uno snodo commerciale e turistico che porta benefici immediati, anche in termini occupazionali. Vogliamo avere per la prossima primavera delle cose importanti. Dobbiamo aprire e collegare gli hub, la porta del mondo oggi è Francoforte e noi vogliamo aprire Roma e Parigi”.
“Ci è stata fatta la proposta di entrare in aiuto sui voli per Milano e Roma – ha aggiunto Sabatini – e se non riusciremo ad entrare nella compagine sociale abbiamo pensato di ragionare su questi due voli importanti per gli imprenditori. Con Polacco stiamo ragionando a livello regionale per entrare all’interno dell’aeroporto con una promozione turistica integrata dove Fermo avrà un ruolo importante”.
A spendere una parola finale di ottimismo è stato nuovamente Marcolini. “I turismi regionali devono avere un’articolazione unitaria e questo tavolo può essere occasione per una ripartenza, qui ci sono le risorse per animarlo. La nostra peste è la frammentarietà degli interventi, ma questo organismo va in direzione contraria. Questo convegno deve far riflettere sulla dizione di area di crisi complessa in area di sviluppo e di conversione innovativa dell’economia regionale, perché ci sono le condizioni per invertire la situazione in corso”.
Soddisfatto per la riuscita dell’iniziativa Fabio D’Erasmo, presidente del Centro Studi Carducci. “Abbiamo costruito l’evento con altri partner per dare una mission di unità di questo distretto e per fare squadra. Nel primo panel ci sono state raccontate esperienze di successo da parte di manager di aziende importanti dove è stato introdotto un livello di innovazione significativo, sia di prodotto che di processo. Abbiamo cercato di mettere insieme analisi e risposte”.
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