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Macereto balla con Capossela
“Odio le griffe ma amo le Marche” (FOTO)

RISORGIMARCHE, IL GRAN FINALE - L'artista ha chiuso con canti popolari l'edizione 2019 del festival sull'altipiano di Visso. In migliaia al suo concerto. Marcorè: «A chi dice che serve ben altro rispondiamo fatelo, a noi piace incontrarci così»

 

Vinicio Capossela al pianoforte

 

di Marco Ribechi

RisorgiMarche balla a Macereto con Capossela per l’ultimo concerto del 2019. Una conclusione degna della festa della Taranta con migliaia di persone in piedi a danzare freneticamente canti popolari di diverse tradizioni regionali. A due anni dall’affollatissimo spettacolo di Francesco De Gregori (leggi l’articolo) il popolo della kermesse torna sull’altopiano di Visso per acclamare un motivatissimo Vinicio Capossela.

Forse non saranno stati i 20mila del 2017 ma l’energia del pubblico e la splendida cornice dei Sibillini non sono sicuramente cambiati. «Odio le griffe ma amo le Marche» ha detto Capossela appena salito, si fa per dire, sul palco accompagnato dalla sua band. I versi di Lucrezio sugli effetti e le cause del terremoto hanno introdotto l’ultimo lavoro del musicista, particolarmente suggestivo ed adatto ad essere suonato in mezzo alle montagne grazie alle sue atmosfere popolari e bucoliche. «Credo che la parte più bella del concerto sia già passata – dice il cantautore – la camminata per raggiungere questo luogo incredibile deve essere stata fantastica». E in effetti è proprio il contesto dei Sibillini ad assicurare il successo di ogni appuntamento a prescindere dagli ospiti e dai gusti del pubblico. Oggi a Macereto anche una grande prova organizzativa considerando le polemiche e l’imbottigliamento da tangenziale proprio di due anni fa.

«Ventimila volte grazie – ha urlato Neri Marcorè all’inizio dello spettacolo forse annuendo in maniera un po’ prorompente al numero di presenti – si chiude Risorgimarche 2019. Anche quest’anno non ci sono stati incidenti né problemi, siete stati responsabili e questo è da ammirare». Poi sulle polemiche: «La musica forse non ricostruirà le case ma di sicuro fa tornare la voglia di stare insieme e di fare. A noi piace incontrarci così e a chi dice che serve ben altro rispondiamo che lo facciano, senza perdersi in chiacchiere inutili». Anche quest’anno il ricavato del merchandising della manifestazione andrà all’Anffas per costruire la Casa nel Cuore, una struttura per accogliere i ragazzi seguiti dall’associazione dopo la distruzione dello spazio che avevano a disposizione prima del sisma.

 

«Vi ricordo di lasciare pulito – ha concluso Marcorè – la natura può colpire duramente ma dobbiamo rispettarla perché solo rispettando la possiamo pensare di essere rispettati». Sul palco anche l’associazione Uniamoci di Visso che produce ad uncinetto coperte per tessere le ferite del terremoto. Le prime sono state donate all’ospedale di Tolentino. Ricordata anche la mostra a Rotella, visibile fino al 29 settembre, sulle annunciazione crivellesche.

Il resto è solo emozione, balli e musica che risuona tra le valli dei Sibillini accompagnata dai salti dei grilli. Tantissime le persone che ritornano, concerto dopo concerto, sui territori del sisma dimostrando che Risorgimarche ha saputo crearsi un pubblico di fedeli, provenienti anche da fuori regione, che non sono interessato solo alla musica. A piedi, in bici o persino a cavallo la marcia riprende concerto dopo concerto portando con sé esperienze, condivisione e tanto affetto. L’ipnosi è totale nella chiusura con “Il ballo di San Vito” esaltato a pezzo frenetico e psichedelico a guidare le giravolte di un pubblico che, se chiamato a rapporto, di sicuro sarà presente anche la prossima estate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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