La pubblica illuminazione a Porto San Giorgio sarà gestita in una forma di partenariato pubblico-privato. Così ha deciso l’Amministrazione comunale optando, con la delibera 153 dello scorso luglio, per l’individuazione di un soggetto esterno “dotato di adeguata e specifica competenza tecnica in materia per esaminare le proposte (tre quelle pervenute in Comune ndr) e valutare se e quale può rispondere alle esigenze dell’Amministrazione per poi attuare una procedura di gara per la gestione del servizio attraverso il partenariato pubblico privato”. Così si legge nel documento. Un incarico esterno che costerà 11.000 euro. Il Comune li anticiperà, a dire il vero, visto che la società privata, a cui verrà alla fine affidata la gestione per i prossimi anni degli impianti di pubblica illuminazione in città, dovrà poi rimborsarli al Comune stesso.
Si tratta di un piano atteso da anni. La rete di illuminazione pubblica è infatti costituita da circa 4000 punti luce, la maggior parte dotati di lampade ai vapori di sodio alta pressione. Il primo step sarà quasi certamente la loro sostituzione c0n lampade a led. La consigliera di FdI, Maria Lina Vitturini, contesta tuttavia la scelta di affidare ad un esterno l’incarico di studiare le proposte. “Possibile che tra le figure interne al nostro Comune non vi siano professionalità con competenze per svolgere questo compito?” si domanda la Vitturini. “Se eventualmente la gara non dovesse essere aggiudicata, chi rimborserà gli 11.000 euro stanziati?”. Bene allora la decisione di mettere mano a tutta l’infrastruttura che ha avuto più di qualche problema in diverse zone della città. “Non dimentichiamoci che una buona illuminazione rappresenta anche un deterrente contro la microcriminalità e la sicurezza passa pure attraverso questi interventi -prosegue l’esponente di FdI- ma credo che vadano valorizzate in primis le figure professionali del nostro ente, sia per gli aspetti tecnici che giuridici, e che tra loro si potevano individuare dirigenti a cui affidare lo stesso compito che dovrà espletare il soggetto esterno”. Il Comune dal canto suo aveva motivato la scelta di ricorrere agli esterni “considerato che, a seguito di una indagine effettuata attraverso le dirigenze, in organico all’ente non sono presenti figure con adeguata esperienza tale da verificarne la confacenza alle esigenze dell’Amministrazione”.
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