“I cinesi non sono i russi,
via subito le sanzioni”

Calzaturieri tra Micam
e Area di Crisi Complessa

ECONOMIA - A Milano 109 aziende da Fermo e Ascoli Piceno
Il messaggio del presidente della Camera di Commercio Unica Gino Sabatini

di Andrea Braconi

Le date sono note da tempo (da domenica 15 a mercoledì 18 settembre), ma mai come in questa edizione dal Micam i calzaturieri del Distretto fermano-maceratese attendono risposte tangibili. Vuoi perché le aziende continuano a chiudere, vuoi perché i livelli occupazionali continuano a stagnare e, soprattutto, vuoi perché le risorse legate al riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa stanno mobilitando a più livelli associazioni, sindacati e istituzioni, impegnate ad affiancare il mondo produttivo nella sua fase più difficile.

Resta anche il nodo dell’internazionalizzazione. “Alternative al mercato russo? La speranza è che tolgano le sanzioni – è il leitmotiv che lega Confindustria Centro Adriatico e la “sorella” maceratese -. Possiamo dire di puntare su Stati Uniti, piuttosto che su Europa o Giappone, ma la realtà è che non c’è una vera alternativa al mercato russo, che comprava i nostri marchi. Si parla dei cinesi, ma non sono e non spendono come i russi”.

Argomenti che, immancabilmente, sono entrati nella presentazione voluta dalla Camera di Commercio in vista della kermesse milanese. Nonostante la sua assenza, il presidente della Camera di Commercio delle Marche Gino Sabatini (convocato a Roma all’Ambasciata di Dubai per un incontro su Expo 2020) ha voluto rimarcare in un video messaggio le caratteristiche del nuovo sistema che l’ente camerale sta mettendo in campo insieme alle associazioni di categoria, incentrato su una fortissima collaborazione.

Al segretario generale Fabrizio Schiavoni il compito di aprire l’incontro, presentando gli eventi del 16 e 17 settembre che animeranno lo stand all’interno della fiera di Rho, due momenti di riflessione sullo stato dell’economia calzaturiera e sulle possibilità di rilancio.

“Si percepisce l’importanza di questo appuntamento per un distretto che non ricade solo nel Fermano – ha affermato il sindaco Paolo Calcinaro -. Per me la presenza in loco è un atto dovuto perché si parla di economia di un territorio e di possibilità per tanti fermani di rimanere con una tranquillità sociale, se le cose riescono a ripartire da questa fase molto difficile che ci portiamo dietro da diversi anni”.

Il calzaturiero, ha voluto evidenziare Calcinaro, è un settore non abituato a piangersi addosso ma a vedere la luce in fondo al tunnel, quando questa esiste. “È la sensazione che ho avuto in questi anni, alla quale però si affianca la preoccupazione per il problema della disoccupazione giovanile. Tanti giovani del Fermano che scommettono su se stessi sono costretti a portare il proprio know how acquisito fuori dalle Marche o fuori dall’Italia, e questo rischia di impoverire il nostro territorio. Come Comune a breve partiremo con dei bandi a sostegno delle imprese” ha annunciato.

Il presidente della sezione calzaturieri Confindustria Centro Adriatico, Valentino Fenni, ha spinto tutti a pensare in maniera positiva. “Altrimenti ti passa la voglia di salire in macchina con i campionari per andare in Milano” ha scherzato, prima di descrivere il plotone di aziende che parteciperanno al Micam: “Sono 109 quelle di Fermo e Ascoli Piceno, di cui 40 da Montegranaro, 16 da Porto Sant’Elpidio, 13 da Sant’Elpidio a Mare, 12 da Fermo, 6 da Monte Urano e le altre da vari Comuni. Cinquantasette quelle dal Maceratese, alle quali si aggiungono le 4 da Pesaro e le 3 da Ancona, più le aziende che partecipano al Mipel”.

Ma la crisi non si arresta, le problematiche per l’indotto rimangono evidenti e persiste una perdita di posti di lavoro. “Ecco perché è importante che le aziende rispondano a partecipare alla call dell’Area di Crisi Complessa. E su questo chiediamo che la Regione ci sia più vicina”.

Per Confindustria Macerata (che per la prima volta condividerà lo stand con Confindustria Centro Adriatico) è intervenuto Roby Speranzoni, delegato della Sezione Calzature. “La cosa positiva è che abbiamo un territorio pieno di aziende che sanno fare calzature e componenti. Il mercato russo da qualche anno è in contrazione, come quello italiano, ma le nostre aziende esportano molto di più. Dobbiamo fare più sinergia, fare maggiore promozione del nostro territorio e per quanto riguarda le aziende occorre aggredire con la comunicazione: andiamo al Micam cercando di vendere i nostri prodotti ma dobbiamo saper vendere il nostro know-how; e per venderlo dobbiamo saperlo mantenere, anche sapendo formare i giovani”.


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