di Silvia Remoli
Sono tanti, sono timidi, sono impacciati. Cercano tra la folla di zainetti qualche volto familiare, qualche compagno di banco delle scuole medie, qualche vicino del loro quartiere o l’amico dello spogliatoio della propria squadra. Chi abbassa lo sguardo, chi si sente un pochino più sicuro perché segue le orme di un fratello maggiore, chi saluta al volo il genitore scendendo dall’auto gridando “Ricordati che da oggi esco alle 13:30!”. Stanno diventando grandi, ma sono finiti in buone mani, in una struttura nuova ai loro occhi, ma di certo calda ed accogliente. Questo lo spirito che si respira all’Istituto tecnico statale commerciale per geometri e per il turismo GB Carducci- Galilei nel primo giorno di scuola.
L’accoglienza
Prima di varcare la grande porta a vetro che condurrà i ragazzi alle proprie aule c’è un tavolo addobbato, con un rasserenante vaso di fiori freschi, ed un cartellone “Benvenuti all’ITET!”: questa è l’accoglienza riservata alle classi prime, l’approccio avvolgente e familiare di un luogo che deve sì istruire, ma ancor prima aiutare a crescere. Sul banchetto si possono leggere gli elenchi dei componenti di ogni singola classe, perché qui ognuno può chiedere quale sarà il suo posto, a quale piano, ed in quale stanza inizierà il suo lungo percorso di studio quinquennale nella scuola superiore.
Le classi prime
Sono sette in totale le classi prime formate per l’anno 2019-2020: tre per il settore economico nella sede di Viale Trento ( 1° A, B e C di AMF-amministrazione finanza e marketing, di cui una ad indirizzo sportivo) una ad indirizzo turistico e tre nella struttura dei ‘Geometri’ in via Marsala (2 indirizzi turistici, una classe di grafica e Cat: costruzione ambiente territorio).
La cerimonia
Piero Mennò, vice preside dell’Itet
Ci sono 4 palloncini arancioni (con sopra la scritta relativa ad ogni sezione di classi prime) appesi ad un nastro, arancione anche quello, come il colore-bandiera, il simbolo inconfondibile dell’ITET. Tutti i ragazzi si dispongono dietro al palloncino relativo alla propria classe per ascoltare il loro vice preside Piero Mennò (la Preside Cristina Corradini è assente giustificata in quanto sta seguendo gli alunni che hanno intrapreso in estate il soggiorno studio a Siviglia ed a Oxford): “Ci sono tre cose che ritengo fondamentali per vivere al meglio il vostro percorso in questa scuola: sono l’attenzione, il rispetto ed il dialogo. Dovete essere attenti, nel senso che è come se aveste delle antenne con cui carpire più conoscenza ed esperienza possibile; dovete essere rispettosi, in primis di voi stessi, e poi ovviamente anche di chi vi sta vicino, ma non con distacco e freddezza, bensì con partecipazione, pronti a dare una mano a chi si possa trovare in difficoltà; dovete saper dialogare, aprirvi, confrontarvi e comunicare con i vostri insegnanti, perché sono in grado di ascoltarvi. Insieme formiamo una comunità di persone che iniziano un percorso insieme lungo e proficuo. Buon anno ragazzi, e vogliamoci bene”.
A queste parole sentite ed emozionanti sono seguite quelle del Prof. Giuseppe Lupoli, anima creativa della scuola (a lui infatti compete anche la direzione artistica della cerimonia dei diplomi che ogni anno chiude il ciclo scolastico delle classi quinte con una vera e propria festa a Villa Vitali), che ha pensato bene di leggere un discorso di Barack Obama sul primo giorno di scuola, pregno di messaggi di incoraggiamento, ma anche di grande responsabilizzazione, che parla dei sacrifici delle famiglie, dell’impegno dei docenti ma anche delle grandi potenzialità di ogni ragazzo che si approccia al mondo adulto, scegliendo, in fondo la scuola che lo catapulterà nel proprio futuro: “Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha qualcosa da offrire, avete la responsabilità di scoprirlo, questa è l’opportunità offerta dall’istruzione. Non è sempre facile fare bene a scuola, … ma non ci sono scuse per non impegnarsi. Si deve cogliere ogni opportunità e non mollare mai per inseguire i vostri sogni: i veri eroi della storia contemporanea hanno collezionato fallimenti (come l’autrice di Harry Potter, JK Rowling, o il campione di basket Michael Jordan), ma si vince rialzandosi, si impara sgobbando, facendo esercizio. Sono dei ragazzi come voi che hanno inventato Google, Twitter e Facebook, cambiando il modo di comunicare. Quale sarà allora il vostro contributo? Quindi, mi aspetto grandi cose da ognuno di voi, non deludeteci, non deludete le vostre famiglie e non deludete voi stessi. Rendeteci orgogliosi di voi, so che potete farlo!”.
Il Prof. Giuseppe Lupoli
Scatta subito l’applauso spontaneo di tutti i ragazzi, mentre il prof. Lupoli sceglie di mettere in sottofondo “Nuova era” di Jovanotti per distendere gli animi di tutti ed iniziare in piena armonia: “Il titolo di questa canzone fa al caso vostro ragazzi, perché state segnando la vostra nuova era di vita. In bocca al lupo di cuore e buon anno”.
Si procede con il taglio del nastro, come in ogni inaugurazione che si rispetti, e con i volti sereni dei ragazzi, pronti a sedersi sui banchi.
Entusiasta il prof. Lupoli che ringrazia sentitamente per l’aiuto i suoi colleghi (in special modo il vicepreside Piero Mennò e le professoresse Maria Grazia Segatori e Loredana Pompei): “Collaboriamo tutti in questa scuola, dal bar alla segreteria, dai bidelli alla presidenza, lavoriamo insieme per un obiettivo comune, far entrare i ragazzi a scuola con il sorriso, lo stesso che vorremmo vedere alla cerimonia dei diplomi, quando cioè avranno scelto il loro loro posto nel mondo, consapevoli di aver fatto insieme a noi il miglior percorso possibile!”.
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