Pranzo a sbafo in trattoria, non pagano il conto di 70 euro: identificati dalla polizia

PORTO SANT'ELPIDIO - Accusati del 'pranzo a sbafo' sono in quattro tra i 20/25 anni. Si sono seduti a tavola e, menù alla mano, hanno scelto con cura le pietanze senza lesinare

Si sono seduti a tavola e, menù alla mano, hanno scelto con cura le pietanze senza farsi mancare nulla, dall’antipasto all’amaro a fine pasto, per concludere con il dessert. Il caffè, tuttavia, non sono riusciti ad assaggiarlo: sono sgattaiolati fuori dalla sala della trattoria, con il pretesto di fumarsi una sigaretta senza che nessuno se ne accorgesse. Fuggiti senza pagare il conto, pari a 70 euro.

Accusati del ‘pranzo a sbafo’ sono in quattro tra i 20/25 anni, che si sono presentati in un ristorante di Porto Sant’Elpidio. Si sono seduti a tavola e, menù alla mano, hanno scelto con cura le pietanze senza lesinare, hanno ordinato gli antipasti, i primi, i secondi, l’acqua e naturalmente il vino per accompagnare meglio le pietanze. A fine pasto si sono pure scolati gli amari.
Non erano ‘alticci’, anzi si sono dimostrati ancor più determinati nel portare a termine il loro piano. Ad un certo punto, con la scusa di fumarsi una sigaretta si sono allontanati frettolosamente senza pagare il conto. Tutto è successo in pochi attimi. La titolare stava preparando i caffè e si accingeva alla cassa per fare il conto. Ha alzato la testa e quei giovani non c’erano più, erano spariti.
I quattro ‘mangioni a sbafo’ hanno dunque lasciato in sospeso un conto di 70 euro.  La titolare del ristorante ha subito chiamato il 113 fornendo all’equipaggio della volante la descrizione degli ‘scrocconi’. I poliziotti subitohanno avviato le ricerche dei quattro con immediato esito positivo, rintracciando nei pressi della trattoria due dei quattro avventori che sono stati accompagnati per l’identificazione ed ulteriori accertamenti presso la Questura di Fermo. I due “mangiatori a sbafo”, entrambi soggetti con pregiudizi di polizia, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per la violazione dell’Art. 641 c.p. insieme ad un terzo avventore successivamente identificato.


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