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COLPO DI SCENA SULL’EX STAZIONE
Tandem Comune-Steat, maggioranza
in difficoltà: seduta ‘congelata’ per un’ora

FERMO - Seduta ad alta tensione del Consiglio comunale, durante la quale sono stati ripercorsi i vari passaggi della vicenda prima di giungere ad un accordo tra maggioranza e opposizione. In sala la protesta di alcuni residenti

di Andrea Braconi

Sembrava un finale scontato, con la maggioranza pronta a bocciare la mozione firmata da 7 consiglieri di opposizione sull’acquisizione dell’area dell’ex stazione di Santa Lucia, attualmente utilizzata dalla Steat come deposito degli autobus. E invece, dopo quasi un’ora di interruzione dell’assise comunale, un punto di convergenza – e che punto – è stato trovato: il Comune stanzierà una somma (che, stando alla informazioni fornite, potrebbe attestarsi intorno ai 200.000 euro) da utilizzare per una quota parte con la stessa Steat.

Un argomento all’ordine del giorno anticipato, grazie ad un accordo raggiunto nella riunione dei capigruppo, che ha visto un’ampia discussione fino al raggiungimento di un’obiettivo che ha placato gli animi della minoranza e messo in difficoltà i gruppi che sostengono Calcinaro, al punto che lo stesso sindaco ha richiesto alla presidente Massucci altri 10 minuti di sospensione per conferire con la sua maggioranza.

E proprio il primo cittadino ha voluto spiegare le caratteristiche della repentina intesa con i capigruppo. “Al fine di rendere effettivamente pregnante il diritto di questo Comune, sia nella governance ma soprattutto per rendere effettivo un diritto di prelazione nel momento in cui la Steat dovesse decidere di lasciare l’area, abbiamo deciso di modificare l’ordine del giorno impegnando l’Amministrazione ad attivare tempestivamente un tavolo allo scopo primario di cercare di arrivare ad un accordo preliminare che consenta un ingresso da parte del Comune, successivamente all’acquisizione dell’area da parte della stessa società. A breve si potrà convocare la Steat per valutare la possibilità di praticare questo percorso”.

Una sorta di preliminare, insomma, con il Comune che concorrerà con una quota fissa per poter esercitare in futuro il diritto di prelazione, rafforzando la possibilità di salvaguardare la stessa area. Tutto resta ovviamente legato all’accordo con la Steat, come rimarcato dal consigliere Rossi. “Altra volontà espressa, oltre a quella di diventare comproprietari, è di lavorare con la Steat per la dislocazione del deposito in altra sede” ha aggiunto lo stesso Rossi. Un accordo saluto con piacere dalla minoranza anche da Bargoni: “E’ una risposta politica che onora la cittadinanza”. Soddisfatto per l’accordo anche Borraccini, perché conferma la volontà della maggioranza di non trascurare l’area e di salvaguardare le casse comunali. Un impegno che deve essere speso rapidamente, ha precisato Marrozzini, formalizzando l’intesa con la Steat: “E’ stato fatto un grave errore e questo è il massimo possibile oggi”. Un grazie a sindaco e maggioranza è arrivato da Bagalini per aver accolto le istanze della minoranza, con una posizione condivisa che era divenuta quanto mai necessaria. Anche per Zacheo occorreva muoversi prima: “L’argomento era stato trascurato dalla maggioranza, si tratta comunque di un accordo tampone” ha detto.

“Qui non si tratta di rimediare ad un errore, ma rivendichiamo la scelta fatta” ha spiegato l’assessore Ciarrocchi.

“Dispiace ascoltare queste parole da parte dell’assessore”: la presa di posizione della consigliera Torresi ha però riaperto la discussione, scaldando gli animi. “C’è un elemento di novità rispetto all’inizio di cui si è preso atto” ha controbattuto Iacopini dalla maggioranza, prima di lasciare alla Torresi la lettura del dispositivo.

IL RACCONTO DELLA SEDUTA

“L’Agenzia del Demanio – aveva ricordato in apertura la consigliera Torresi, tra i firmatari della mozione – ha deciso di procedere all’alienazione e aveva invitato il Comune di Fermo ad esprimere entro 15 giorni il diritto di acquisto, con un prezzo stimato in 656.000 euro, opzione riservata anche a Provincia e Regione. Non ricevendo risposta, l’Agenzia ha indetto un’asta pubblica con offerte al rialzo da presentare entro il 15 ottobre, da parte di qualsiasi soggetto interessato all’acquisto”

Ma al momento l’unico soggetto che può presentare il diritto di prelazione, ha precisato, è la Steat in quanto affittuaria. “Si tratta di un’area strategica per la riqualificazione della parte nord della città, un’area centrale nella sua collocazione, completamente interclusa all’interno di poli scolastici, che si sviluppa per 250 metri lineari lungo un’importante arteria della viabilità urbana e che rappresenta un patrimonio storico e culturale per la città”.

Una scelta, quella del sindaco Calcinaro, incongruente anche per la questione della congestione del traffico, soprattutto in vista dell’apertura del nuovo polo scolastico. “C’è poi l’aspetto dell’inquinamento acustico, che impedisce lo svolgimento regolare delle lezioni per le scuole che lì si affacciano. In questo modo, inoltre, si priva la città di una sede di strutture polifunzionali in un’area dove insisterà una popolazione di circa 3.000 studenti. Vogliamo poter affermare quella vocazione di città degli studi e non di una semplice sommatoria di plessi scolastici”.

A condividere le problematiche sollevate dalla Torresi (che si è fatta forza delle quasi 600 firme di cittadini raccolte dal coordinamento delle associazioni ambientaliste per far rivedere al sindaco la propria decisione, ndr) anche la consigliera Marrozzini. “Mi sorprende è che si debba arrivare a discutere del perché il Comune di Fermo non ha inteso esercitare quello che ha fatto per altre zone di questa città, tra l’altro meno impattanti. Si sarebbe dovuto discutere di un possibile progetto, invece ci siamo trovati con un consigliere del Pd che ha sollevato la questione con un ordine del giorno, un’immediata presa di coscienza delle forze di opposizione sulla grande occasione che si è scelto in maniera scientifica e un po’ troppo solitaria di perdere. Parliamo di un cifra che non può fare paura ad un Comune capoluogo il cui bilancio ha svariate decine di milioni di euro. Una situazione paradossale, con il sindaco che ad una festa pubblica ha detto che la questione era chiusa”.

Tra i firmatari della mozione figura anche il Movimento 5 Stelle. “La gestione del diritto di opzione che il Comune aveva è stata poco trasparente, nei confronti del Consiglio e della stessa città. La mancata volontà politica di parlarne è la cosa peggiore ed è una gestione che si era manifestata anche in altre situazioni. È un po’ la logica della Casina delle Rose, togliendosi i problemi facendoli risolvere ai privati, che salvano così capra e cavoli”.

Immediata – e quanto mai attesa – la risposta del sindaco, che ha esordito ricordando come negli ultimi anni le risorse agli enti locali si siano ridotte drasticamente. “Dobbiamo affrontare questa situazione in modo tale che non comporti al Comune, e quindi alla popolazione, un ulteriore utilizzo del debito. E anche in caso di acquisizione, rimane il dubbio: come la riqualifico l’area? con quali risorse? E non mi si tiri fuori il jolly dei finanziamenti europei. Oggi una possibilità c’è per quell’area: la Steat è una società partecipata al 100 per cento dagli enti locali e allora dico che abbiamo una prospettiva qualora l’azienda vada a rilevare l’area e la riqualifichi”.

E per ragionare su questa prospettiva, la scorsa settimana Calcinaro ha incontrato proprio i vertici della Steat che, secondo il sindaco, non dovrebbe avere problemi a ragionare con la proprietà in mano sul futuro di quell’area. “Verificherà eventualmente anche l’impegno in altra area per un possibile spostamento” ha aggiunto, concludendo: “Qui non ci sono torti o ragioni, dipende dalle prospettive. Non ho problemi a costituire quel tavolo di lavoro che viene richiesto per disegnare il futuro di quell’area, da parte mia c’è la massima apertura anche nei confronti dell’associazionismo, ovviamente nei limiti del possibile. Quando parliamo di un futuro ipotizzato, però, bisogna stare attenti perché è un attimo a sbilanciare la città”.

Alessandro Bargoni, che nelle precedenti Giunte di Centrodestra aveva ricoperto il ruolo di assessore alla viabilità, ha ricordato come all’epoca si chiese con forza alla Steat di spostarsi da quell’area ma con le soluzioni proposte che non furono accolte dalla società. “Su una cosa siamo certi: quella situazione oggi non è più tale perché nella zona troviamo oggi l’insediarsi di un importante polo scolastico verticale. Quindi, l’area intermedia è strategica, ancora di più. Gli elementi di interesse pubblico sono tre: il rifacimento della scalinata (che però è fuori da quell’area), il recupero della stazione e il trasferimento pedonale degli studenti da una parte all’altra della strada. Elementi, questi, che impongono un accordo tra Steat e Comune, un tavolo di trattativa nonché una serie ponderata di investimenti”.

Ognuno di noi deve portare nella proprio coscienza la responsabilità della scelta che stiamo facendo – ha chiosato Rossi, autore di un’istruttoria approfondita sul tema e di una ricerca storica tra gli atti del Comune, che ha ripercorso parzialmente durante l’assise comunale -. E se oggi non fosse stato per 7 consiglieri di minoranza non saremmo stati qui a discutere di questo. Si tratta di una somma ridicola, quindi di cosa stiamo parlando? Voglio convincere la maggioranza a fare la scelta giusta, recuperando un’opzione che invece il sindaco aveva deciso di non esercitare. Siamo in una situazione paradossale: il Comune rischia di aver fatto un danno mortale oltre che a se stesso anche alla società di cui è socio. Quindi, il diritto di opzione andava esercitato. Intanto fermiamo il pallino e discutiamo con la Steat, che nessuno vuole sfrattare. Lo stesso presidente prima di questo scenario mi aveva detto che loro si stavano orientando verso un’altra area, perché si rendono conto che quel deposito è inadeguato e porta problemi alla società nella prospettiva. Sono investimenti buttati al mare, li costringiamo a fare una scelta per una destinazione che dovrà essere rivista. E quella strada è già congestionata nelle ore di pullman, figuriamoci con la prospettiva di un ulteriore edificio scolastico”.

Il Comune, ha ricordato, può ancora partecipare all’asta evitando, come detto, di generare un danno alla stessa Steat. “Io fossi il sindaco non dormirei la notte in caso di un’offerta maggiore da parte di un privato”.

Di questione molto delicata ha parlato il consigliere Zacheo. “Riguarda soprattutto la strategia futura della città. Già lì abbiamo difficoltà, immaginiamo cosa potrà diventare tra qualche anno. E suscita amarezza che un argomento oggetto di dibattito per tanti anni sia invece discusso di straforo. Dovevamo discutere preventivamente, invece cosa facciamo? Attendiamo gli eventi e ci ritroviamo a fare delle ipotesi. Al termine di questo mandato lasceremo il nulla. Alla maggioranza dico: non può essere che il vostro leader con il presidente della Steat e voi siete qui senza sapere nulla”.

Pronta la replica del consigliere di maggioranza Pascucci. “Non mettiamo in dubbio che l’area sia strategica – ha sottolineato – e dispiace sentire parole come se questa Amministrazione civica multicolore non fosse aperta a proposte o critiche costruttive, come invece dimostrato più volte senza alcuna preclusione ideologica. Ben venga la discussione, quindi, ma il concetto che va analizzato è che la Steat non può andare via domani mattina e il ragionamento va fatto a più ampio raggio. Con la società si deve ragionare sia per un’altra location, sia perché non immaginiamo che rimanga lì per sempre. Il sindaco e l’Amministrazione hanno dato ampia apertura ad un tavolo per una discussione che porti ad una soluzione condivisa per la città, che però non vorrei diventasse ideologica”.

Anche Tulli è voluto intervenire su un punto importante, forse tra i più significativi in oltre 4 anni da consigliere. “Avrei voluto parlarne prima, non a ridosso della fatidica asta. Sarebbe stato preferibile esercitare l’opzione di acquisto, ma capisco anche i punti interrogativi del sindaco. Aspetto questo tavolo dove diremo la nostra e daremo il nostro contributo per cercare di risolvere al meglio questo punto”.

“Il Comune se fosse proprietario dovrebbe provvedere alla ristrutturazione degli immobili con una spesa elevata – ha voluto precisare il consigliere di maggioranza Borraccini nel rispondere alle sollecitazioni dell’opposizione -. Ci deve essere un senso in quello che si fa e si dice. Da quando siamo stati eletti abbiamo rimborsato circa 9 milioni di euro di mutui, circa 3 milioni ogni anno. Ma se li avessimo potremmo veramente discutere di cose da fare e come migliorare il Comune. Invece questi sono dati reali con cui l’Amministrazione si scontra quotidianamente. E la Steat, lo ribadisco, è un’azienda pubblica e il nostro obiettivo è condividere le scelte. In futuro potremo anche discutere del riacquisto dell’area, ma oggi non siamo in queste condizioni”.

Ad alimentare la protesta di alcuni residenti presenti in sala le considerazioni di Borraccini su una congestione nell’area che non esisterebbe, minimizzando il problema. “Io lì ci abito, non riusciamo ad uscire al mattino” ha gridato una donna, prima di essere interrotta dalla presidente Massucci.

“Per noi il fatto che la Steat acquisti l’area è un grosso danno perché non andrà più via da lì – ha affermato la Torresi riprendendo la parola. Non ci accontentiamo della risposta del sindaco per un accordo da fare dopo l’asta: bisogna farlo ora, subito. Con il nuovo polo la situazione diventerà tragica”.

La proposta della Torresi di interrompere la seduta per far uscire una posizione comune è stata accolta da Bargoni, che l’ha definita “una buona soluzione”. Massima la disponibilità anche da parte degli altri capigruppo, da cui è scaturita la posizione finale suggellata con il voto all’unanimità dell’aula.


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