Pediatria, quando i 7 nani non bastano:
la dirigente “Biancaneve” e la carenza di personale

FERMO - Allestimento di una segnaletica ispirata alla fiaba nel reparto guidato dalla dottoressa Luisa Pieragostini, che fa il punto sulla necessità di figure competenti per completare l'organico

di Andrea Braconi

La Pediatria fermana cambia volto. Con l’allestimento di una segnaletica ispirata a “Biancaneve e i sette nani”, nel reparto guidato dalla dottoressa Luisa Pieragostini da oggi i bambini non verranno più chiamati con un numero, ma ogni stanza verrà individuata con un nano e le varie porte avranno le figure e gli scenari della fiaba.

“Spero che qualche benefattore della zona ci aiuti successivamente – è l’appello della Pieragostini, sulla cui porta d’ufficio campeggia proprio la figura di Biancaneve -. Per adesso, infatti, abbiamo collocato dei poster, realizzati dall’azienda fermana InfoGraf di Fabio Cucco, ma la mia intenzione è quella di pitturare i muri”.

Note di colore, si diceva, per una realtà che però sconta in maniera pesante la carenza di personale. Un tema, questo, già sollevato al momento dell’insediamento della stessa dirigente. “Abbiamo fatto un concorso per un tempo determinato, al quale si sono presentati tre concorrenti, tutti specializzandi: due lo faranno alla fine dell’anno, una nel 2020 e secondo il Decreto Calabria verranno acquisiti. Il posto è per una figura, ma verrà ampliato a tutte e tre proprio perché il nostro organico deve arrivare a 8 dirigenti medici più il direttore di struttura. Al momento ne ho 3 a disposizione più io, con le notti coperte dalla cooperativa”.

A dare un grande auto ci sono due colleghi ai quali la direttrice è profondamente grata. “Uno ha lavorato al Santobono di Napoli in Terapia intensiva e l’altro al Regina Margherita a Torino, sia in Terapia intensiva che in Pediatria. Mi posso ritenere fortunata perché sanno fare, hanno avuto esperienza in tutto, ma quello che mi preoccupa è il discorso del neonato: quindi, nel momento in cui ho un neonato che sta tranquillo perché ci sono persone competenti, anch’io sto tranquilla”.

L’esigenza di figure preparate, però, resta forte. “Un reparto cresce se ha personale suo, se ha personale stabile. Come detto, ho bisogno di 8 persone più il direttore di struttura per far sì che il reparto vada avanti tranquillamente e poter riaprire tutti gli ambulatori, o almeno che questi vengano effettuati al di fuori dell’orario di servizio. Sul fronte del personale infermieristico, invece, manca solo una figura delle 19 necessarie. Riguardo agli specializzandi, oggi possono essere lasciati da soli, essendo ovviamente inquadrati all’interno del reparto ed istruiti sull’attività, perché hanno una metodica e una preparazione completamente diversa da quella che ho avuto io”.

Un ringraziamento la Pieragostini lo fa a due colleghi che la stanno supportando per ovviare alle difficoltà incontrate. “Grazie al professor Catassi, direttore della cattedra di Pediatra ad Ancona, per la riattivazione dell’ambulatorio di gastroenterologia e di allergologia, probabilmente da novembre. A lui manderemo i casi più complicati a lui, fino a che non avremo personale a disposizione. E un grazie anche al professor Carnielli, direttore della Terapia intensiva, che adesso ci sta rimandando i nostri piccolini che abbiamo dovuto portare ad Ancona”.


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