di redazione CF
Lavoro nero ed evasione fiscale. Nell’ampio spettro di controlli effettuati quotidianamente dalla Guardia di Finanza, in cima alla lista di priorità delle Fiamme gialle vi sono il lavoro nero e l’evasione fiscale. E se dal punto di vista degli evasori, la Finanza di Fermo sta portando avanti serrati controlli, sul fronte del lavoro nero, nel corso degli ultimi mesi le irregolarità riscontrate dai finanzieri forniscono numeri che fanno riflettere. E che attestano un dato incontrovertibile: purtroppo nemmeno il Fermano è immune alla piaga delle occupazioni irregolari.
“Nel corso dell’estate, infatti, la Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto, nell’ambito del rafforzamento del dispositivo di contrasto ai fenomeni di illegalità economica finanziaria – fanno sapere dalla Finanza – ha effettuato numerosi controlli lungo la fascia costiera di competenza nei confronti di operatori commerciali operanti nel settore della ristorazione ed intrattenimento, finalizzati alla verifica del corretto assolvimento degli obblighi in materia di legislazione sul lavoro.
L’attività ispettiva ha consentito di accertare un ampio utilizzo di manodopera in nero, permettendo di individuare complessivamente 17 lavoratori totalmente sconosciuti ad enti previdenziali ed assistenziali.
In particolare, in solo 3 controlli espletati presso altrettanti chalet/ristoranti, tra cui uno dedito anche ad attività alberghiera, esercitanti sul litorale marittimo tra Grottammare e Porto San Giorgio, i militari operanti hanno individuato 10 lavoratori intenti a svolgere attività di lavoro senza alcun contratto di assunzione, né copertura assicurativa e previdenziale, retribuiti totalmente in nero.
Effettuati gli approfondimenti di indagine del caso, avvalendosi delle banche dati in uso al Corpo, sono state elevate le conseguenti sanzioni amministrative a carico dei rispettivi datori di lavoro per un importo totale pari a 57.500 euro e si è proceduto a richiedere, per tutti e tre gli esercizi commerciali, l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività avendo impiegato manodopera illegale in misura superiore al 20% dei lavoratori regolarmente assunti e trovati sul luogo di lavoro.
È stato accertato l’omesso versamento dei contributi previdenziali per un importo di oltre 40 mila euro, a seguito del quale si è provveduto ad inoltrare la prevista comunicazione alla sede Inps per gli adempimenti di competenza.
L’attività svolta si inquadra nel più generale impegno della Guardia di Finanza a tutela dei lavoratori e contro i fenomeni di sfruttamento della manodopera, che oltre a costituire una concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici di settore onesti e ligi alla legalità, rappresenta un danno in capo ai lavoratori stessi, ai quali vengono negati i basilari diritti previsti dalla legge”.
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