Onori e l’Iva sulle scuole guida:”Situazione incredibile” (VIDEO INTERVISTA)

FERMO - Il titolare della scuola Car è sbalordito:"L'Europa non riconosce il ruolo formativo delle scuole guida, prendere la patente è come comprare un telefono e costerà 180 euro in più"

Ospite ai microfoni di RFM1, Andrea Onori, titolare della scuola guida Car, esprime tutto il suo sconcerto per l’obbligo, recentemente introdotto, di versare l’Iva sui corsi di scuola guida. Una scelta imposta dall’Unione europea, quindi a cascata su tutti gli Stati membri, che comporta spese significative per tutti i ragazzi che intendono conseguire la patente.

“L’Unione europea, analizzando un ricorso di una scuola guida tedesca, ha sostenuto che conseguire la patente non rappresenti una formazione. Questo comporta che debba essere sottoposta a pagamento Iva – spiega Onori – è qualcosa che davvero non si racconta ed ogni volta che la spiego rimangono tutti sbigottiti. La scuola guida fornisce una formazione essenziale per la sicurezza di tutti. E’ anche una forma di educazione civica, tratta anche aspetti del codice civile, di responsabilità civile e penale, tocca aspetti relativi al primo soccorso, fino a quelli relazionali, su come rapportarsi con la gente, dagli automobilisti ai pedoni, quando si viaggia per strada. Non dimentichiamo, poi, che la guida è la principale causa di morte tra i giovani, un aspetto che la dice lunga sull’importanza di una formazione adeguata. Conseguire la patente di guida è tutto questo. Per l’Europa, invece, è un bene di consumo come acquistare un cellulare o una torta”.

Non solo si è applicata l’Iva ai corsi di scuola guida, ma questi sono addirittura retroattivi. “Poiché la Corte di giustizia europea ha emesso questa sentenza – continua Onori – l’Agenzia delle entrate ha emesso una risoluzione, ammettendo il proprio errore nel non applicare l’Iva e pretende che venga versata anche quella dal 2014 ad oggi. L’Unasca, l’organizzazione nazionale che ci segue, ha stimato una somma complessiva di 550 milioni di euro, da dividere tra circa 7.000 autoscuole. Ciascuna dovrebbe versare somme tra 150 a 400.000 euro. Per giunta, l’Agenzia delle entrate non ha dato una forza coercitiva alla scuole guida, quindi ci troveremmo costretti a chiamare chi ha preso la patente da noi fino a 5 anni fa, chiedendo loro di versare anche l’Iva, ma senza poter pretendere nulla. E’ scontato che la stragrande maggioranza non pagherebbe”.

Una situazione paradossale che secondo il titolare della scuola Car rischia di mettere in ginocchio migliaia di punti di formazione in tutta Italia. “Non si può ricorrere contro la decisione dell’Agenzia delle entrate, si potranno impugnare le cartelle esattoriali, quando arriveranno. Ci siamo mobilitati con l’associazione nazionale ed ora ci sarà un tavolo tecnico a livello politico, per trovare una situazione legislativa, senza andare in infrazione rispetto alle imposizioni dell’Europa. Quanto meno va evitata l’Iva non retroattiva, che è contraria a qualsiasi principio tributario. E’ incredibile che si chieda alle famiglie di versare il 22% in più per far conseguire ai propri ragazzi un titolo di guida che è prima di tutto un investimento sulla sicurezza. Quanto meno ci auguriamo che l’imposta possa essere abbassata dal 22 al 4%”.

La situazione, insomma, è molto seria, per le scuole guida, come per le tasche delle famiglie. Ma Andrea Onori invita alla calma i potenziali interessati. “Dico a tutti di restare tranquilli perchè ci stiamo muovendo in tutte le sedi al fine di sanare questa situazione paradossale e siamo fiduciosi di riuscire ad evitare quanto meno il pagamento dell’Iva retroattiva. Per chi si iscrive alla scuola guida oggi, al momento non possiamo far altro che applicare l’imposta al 22%, che si traduce in un esborso di circa 150-180 euro in più. E’ qualcosa di incredibile, perchè sono somme significative che sarebbe molto più utile investire per migliorare la formazione dei ragazzi, anche in notturna, ed effettuare qualche guida in più”.


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