di Giorgio Cisbani
Caro direttore,
nel riportare una notizia di più di cinquant’anni fa, riguardante la nostra città, con un pò di ironia, si potrebbe titolare: ‘i curdi e Fermo’. In questi momenti di una certa preoccupazione per nuovi venti di guerra in Medio Oriente, Erdogan, infatti, secondo tutti i media internazionali, sarebbe oggi sul punto di utilizzare l’esercito turco contro il nemico principale di sempre, i curdi, baluardo contro il terrorismo dell’isis, in quell’area che verrebbe lasciata ‘libera’ dalle truppe di Trump, a due passi dal nostro Paese.
Problema complesso: la straordinaria lotta di un popolo senza territorio come quello curdo mi fa simpatia. Poi ci sono i pozzi petroliferi, le vicende siriane, ecc.ecc. Non ho alcuna conoscenza approfondita per poter fare una seria analisi.
Posso, invece, ricordare che nel 1964 presso l’hotel Astoria, organizzammo una conferenza con un giovane guerrigliero curdo e Joyce Lussu, da pochi mesi rientrata a Fermo dopo un viaggio in Medio-Oriente, che l’aveva portata ad incontrare Mustafà Barzani, l’allora comandante di quel popolo senza stato. Non ho una foto dell’evento che, probabilmente, se non il primo, fu uno dei pochi in Italia, dove l’opinione pubblica era interessata all’evolversi dell’attacco americano al Vietnam.
Posso allegare però le tre foto che mi dette di Joyce, sul cui retro di una è scritto: “ 12-364: Mustafà Barzani e il col. Akut Kafi “. Sempre con la stessa voglia di sorridere, si potrebbe dire: “Prima i fermani” con l’auspicio che quello sguardo sul mondo di Joyce non sia andato completamente perduto, perché servirebbe non poco per affrontare al meglio i problemi quotidiani, spesso troppo ristretti nei confini municipali.
(per inviare le vostre lettere firmate: redazione@cronachefermane.it)
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