di Andrea Braconi
La vox populi più estrema è che il nuovo ospedale non arriverà mai e poi mai. Ce ne sono altre, basate su un semplice sguardo gettato al di là della Mezzina, che ne certificano la realizzazione, ma con tempi biblici. Chi invece è convinto che il nosocomio di San Claudio di Campiglione diventerà presto un fiore all’occhiello della sanità marchigiana è l’assessore Fabrizio Cesetti, che annuncia come il prossimo 23 ottobre tornerà a visitare il cantiere, questa volta in compagnia del presidente regionale Luca Ceriscioli.
Un Ceriscioli che, ancora prima di diventare presidente della Regione o anche solo di pensare di diventarlo, da sindaco di Pesaro aveva difeso strenuamente l’ospedale di Fermo. “Eravamo al Cal che approvò un emendamento al bilancio regionale subordinato al parere favorevole per la realizzazione dell’ospedale di Fermo – ricorda Cesetti – e in quell’occasione Ceriscioli disse che era una questione che riguardava tutta la regione, non soltanto il Fermano. Appena diventato presidente, dopo aver dato a me la delega al Bilancio, il primo atto di Giunta fu proprio il finanziamento dell’ospedale di Fermo con 70 milioni, un intervento talmente tempestivo che ha evitato di far ritornare indietro il cofinanziamento statale”.
E da quel momento, per l’assessore, non è stato perso neanche un giorno. “Da quando sono stati consegnati i lavori, a parte qualche gelata o temporale, hanno lavorato tutti i giorni, purtroppo anche per l’indagine bellica e per la grana dei reperti archeologici. Era un tempo necessario, speso anche per fare una variante obbligata per spostare i parcheggi dall’area dove insisteva i reperti. Ma pochi ricordano che abbiamo aumentato i posti letto, passando da 294 a 362. Saranno anche necessari ulteriori investimenti e attualmente stanno già realizzando le sottofondazioni, con 1.200 pali per 10 metri, quindi 12 chilometri lineari di pali”.
Quanto alle risorse, altro interrogativo che da sempre affianca ogni riflessione sulla struttura, proprio da Ceriscioli giunge la conferma che non c’è stato e non ci sarà alcun passo indietro o tentennamento. “Noi 70 milioni li abbiamo messi, abbiamo portato fino in fondo la gara, abbiamo messo altri 11 milioni sulla viabilità generale. Insomma, i soldi sono ancora lì e ci resteranno”.
Sui tempi anche il presidente è perentorio. “Quando si parla di cantieri se alla seconda palata trovi i resti archeologici e la Sovraintendenza ti blocca, è chiaro che i tempi diventano diversi. C’è una volontà della politica? C’è un nostro disegno perverso? Sicuramente no. Capita, quando fai dei lavori, anche di trovare questi inconvenienti. Per fortuna i resti erano sotto ai parcheggi ed è stato più facile spostarli. Questo ha comportato un ritardo, certo, ma non così pesante rispetto al percorso. L’azienda è sana e speriamo posso proseguire così. Il 23 andremo a sincerarci del lavoro che stanno facendo, perché mano a mano questo ospedale verrà realizzato con tutti i posti in più che abbiamo previsto”.
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