Grande esperienza museale quella che ha visto protagonista Daca, brand dell’azienda fermana Tre Elle dell’imprenditore Stefano Luzi, marchio leader nella progettazione e nella lavorazione di costruzioni metalliche. E oggi il Fermano può brillare, grazie a una sua azienda di punta, nella sacralità della custodia di uno dei tesori religiosi più importanti d’Italia.
La Daca di Stefano Luzi, infatti, leader nella realizzazione di vetrine e teche, ha realizzato, insieme allo studio di architettura Salvatici – Ripa Di Meana, la nuova cappella delle reliquie di San Francesco d’Assisi, ospitata all’interno della cappella di San Nicola nella Basilica Inferiore di San Francesco di Assisi.
“L’intervento di Assisi – spiega l’architetto Mauro Amurri – nasce da un rapporto oramai consolidato negli anni con la Custodia generale del Sacro Convento di Assisi”.
I contatti tra le parti sono iniziati circa due anni prima della consegna del lavoro, ossia tra il 2016 e il 2017, e si sono sviluppati in diversi incontri. All’inizio l’attenzione è stata rivolta al fattore “estetico” e sono state definite le caratteristiche tecniche ed, appunto, estetiche degli artefatti, per poi arrivare a comprendere e condividere quali fossero le reali esigenze conservative. “Queste ultime – spiega Stefano Luzi – che abbiamo condiviso, erano di tenuta con un controllo della temperatura e dell’umidità relativa costante all’interno della vetrina. Inoltre un sistema di luci che garantisce una sorgente di luce ‘dimmerabile’ e quindi un controllo della quantità luminosa al quale sono sottoposti gli oggetti”.
“Nel caso particolare del Saio – aggiungono da Daca – l’esigenza era inoltre quella di disporre di una teca con il vetro facilmente sollevabile, per intervenire di volta in volta sul Saio stesso con procedure di conservazione. Gli interventi periodici necessari per la sua conservazione possono essere infatti più frequentemente il semplice spolvero o, con intervalli più lunghi, un vero riposizionamento nella teca, per cambiare le parti in appoggio e variare i flussi d’aria nel tessuto”.
Il design delle vetrine ha quindi una paternità condivisa tra l’ufficio design di Daca e lo studio di Archittettura Salvatici – Ripa di Meana.
“Per la teca contenente la Cartula, il progetto ha previsto il monitoraggio costante dell’umidità relativa all’interno della vetrina espositiva, questo in aggiunta al contenitore ermetico che contiene la pergamena, in modo da creare nella vetrina un ulteriore involucro con microclima stabile e monitorato, questo come ulteriore elemento di conservazione per il reperto che ricordiamo presenta uno dei pochi scritti autografi del santo. L’operazione doveva risultare infatti rispettosa soprattutto del contenuto, quindi vetrine che potessero essere quanto più ‘invisibili’ per armonizzarsi il più possibile con i colori e le luci della cappella nella quale sarebbero state installate. Anche per questo una parte fondamentale del lavoro è stata la definizione dei colori, delle vernici e dei tessuti”.
Soddisfatto ed emozionato, per l’eccellente risultato ottenuto, l’imprenditore Stefano Luzi: “E’ per me un vero piacere condividere il risultato di anni di lavoro. Una meravigliosa e stimolante esperienza condotta brillantemente dai miei collaboratori in relazione con la Custodia generale del Sacro Convento di Assisi, la Soprintendenza delle Belle Arti e lo Studio di Architettura Salvatici – Ripa di Meana”.
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