di Andrea Braconi
Una scelta non casuale, quella di Lido Tre Archi, per lanciare le opere di adduzione del nuovo ospedale di Fermo. Perché proprio partendo dalla costa i vertici istituzionali e politici del Partito Democratico hanno sviluppato un cronoprogramma per un cambiamento della viabilità verso il nosocomio in via di realizzazione a Campiglione. Ma non solo: dentro ci sono anche risorse e progettualità a vantaggio di tutto il territorio, comprese l’entroterra e l’area montana.
A fare il punto l’assessore regionale Fabrizio Cesetti, il consigliere Francesco Giacinti, la presidente della Provincia Moira Canigola, il segretario provinciale Fabiano Alessandrini e il suo predecessore Paolo Nicolai.
“Abbiamo cambiato il volto della città capoluogo e non solo, e con essa il volto stesso della provincia – ha esordito Cesetti -. Lo abbiamo fatto nel momento in cui con determinazione tutto il partito ha sostenuto l’azione istituzionale della Provincia di Fermo contro la centrale a biomasse a Campiglione”.
E in quella partita decisiva è stata proprio la volontà di costruire lì il nuovo ospedale. “Noi ci occupiamo della storia di questo territorio e non della cronaca. E la storia ha bisogno di tempo per compiersi. I fondi per l’ospedale vennero tolti e il nostro primo atto a livello regionale è stato il finanziamento dell’ospedale di Fermo, che oggi si sta realizzando. Non siamo qui a vendere parole, ma per dire che abbiamo mantenuto le promesse”.
Cesetti rivendica la determinazione per il prosieguo dei lavori sul nuovo ospedale e l’aumento dei posti letto, ripercorrendo tutto l’iter prima di focalizzare l’attenzione sulle risorse destinate dalla Regione per un miglioramento della viabilità fermana. “Dei 53 milioni di fondi Fsc ottenuti dalla Regione Marche, con la delibera 287 del 18 marzo 2019 la Provincia di Fermo ne ha avuti 11, nonostante sia quella più piccola”.
Di questi 3,8 milioni saranno destinati alle opere per l’ospedale, tra Mezzina e rotatorie; 700.000 euro per il finanziamento della rotatoria tra Monte Urano e Torre San Patrizio proprio lungo la Mezzina; altri 700.000 euro per la Corta di Torre San Patrizio; 5 milioni per la Lungotenna; 800.000 euro per l’attesa rotatoria a San Tommaso sull’Adriatica. “E queste non sono parole o campagna elettorale, queste opere sono finanziate e con la delibera 970 del 5 agosto ho iscritto le risorse a bilancio per il 2020”.
Tra Regione e Provincia si farà una convenzione (con dentro il Comune di Fermo per quanto riguarda le variante urbanistiche) per assegnare le risorse ed occuparsi della relativa progettazione. La Provincia realizzerà tutte queste opere per 7,2 milioni, ad eccezione di quelle a ridosso dell’ospedale che sono già consegnate.
Ma gli interventi previsti, ha affermato, saranno complessivamente di 19,6 milioni. “Insieme alle opere di adduzione per il nuovo ospedale finanziamo anche le ciclovie; 3,3 milioni per quella dell’Aso, 3,3 sul Tenna e altri 2 milioni per il ponte tra Civitanova e Porto Sant’Elpidio”.
Anche per le ciclovie, ha spiegato Cesetti, i soldi sono a bilancio e gli uffici regionali stanno già predisponendo la progettazione definitiva ed esecutiva, con la gara che si terrà nel 2020. “Su Aso e Tenna faremo anche in fretta, perché non c’è necessità di fare espropri”.
Senza dimenticare la variante di Molini, questi 20 milioni per Cesetti vanno visti anche all’interno della progettualità dell’Area di Crisi. “Questa è un’idea di sviluppo futuro, dove gli interventi infrastrutturali saranno determinanti. E qui il Governo non potrà fare finta di non sentirci, i suoi rappresentanti devono dire se ci credono o no”.
E “la lista della spesa” dentro l’Area di Crisi è piuttosto lunga e articolata: dalla terza corsia autostradale alla richiesta di prolungamento della Mezzina (“Almeno fino alla Valle dell’Aso”), così come la cosiddetta strada del Cappello lungo la Valle dell’Ete Morto. E poi uno degli interventi più attesi, quello tra Servigliano e Amandola, con 18 chilometri per i quali la Regione chiederà al Governo 50 milioni di euro per un ammodernamento di un’arteria strategica. “Non faremo una quattro corsie, solo un pazzo può pensarlo – ha specificato Cesetti -, non la giustifica i flussi di traffico e non vado a devastare il territorio”.
Qualche dubbio, almeno sull’accoglimento di tutte le pur legittime istanze, lo ha posto il consigliere regionale Giacinti. “Temo che questo progetto relativo all’Area di Crisi incontri i rigori della finanza pubblica” ha affermato, prima di riprendere la riflessione sull’opportunità di una terza corsia fino a Pedaso che poteva essere colta molti anni prima. “Eravamo in pole position anche con una serie di opere compensative, ma abbiamo perso 15 anni. Da sindaco di Monte Urano nel 2006 ho fatto un documento, firmato da oltre 30 sindaci, sulla volontà condivisa di accettare quest’opera. Invece, abbiamo perso un treno fondamentale perché questo territorio ha risentito di una mancanza di visione prospettica. Invece oggi dietro ai nostri progetti c’è un voler bene al territorio, ovviamente misurandoci con le risorse effettive e con il nuovo Governo”.
“Tutto questo è il frutto di un ragionamento per facilitare l’accesso al nuovo ospedale – ha concluso la Canigola -. Abbiamo visto quali sono le criticità, prima fra tutti l’accesso dalla costa. Da qui un primo stralcio per l’ampliamento della Lungotenna ed un miglioramento con la realizzazione di una rotatoria in sicurezza a San Marco”.
Sul fronte politico, a rivendicare il ruolo determinante del Pd sono giunte la considerazioni di Nicolai e Alessandrini. “Molti degli investimenti che abbiamo voluto hanno un punto di caduta anche in questa zona per una sua riqualificazione – ha rimarcato il primo -. In molti in questo anno hanno pubblicizzato investimenti che non arrivano dal nulla, ma provengono da una visione politica ben chiara che noi del Pd e del Centrosinistra vogliamo iniziare ad evidenziare in maniera netta. È un percorso guidato da Regione, amministratori provinciali e da una linea politica che è quella del Pd”.
Un percorso, ha proseguito, che nasce da quando Cesetti era presidente della Provincia. “Se al posto della centrale a biomasse c’è il nuovo ospedale, se da qui passano investimenti e opere che lo circonderanno, se ci saranno investimenti ancora più importanti, è perché all’epoca è stata fatta quella scelta e c’è stata una visione ben chiara. Queste opere, quindi, sono frutto di un’elaborazione politica”.
Nessuna “annuncite”, quindi, ma atti amministrativi concreti. “Credo sia più facile promuovere una festa o un’iniziativa culturale, che è giusta e si vede subito, ma sulle opere che poi cambieranno il volto del territorio bisogna fidarsi e avere calma. I fondi per Tre Archi se spesi bene cambieranno il volto di questo territorio e ricordo che il Governo Lega-5 Stelle aveva bloccato i fondi per 8 milioni, mettendo però qualche migliaio di euro per mettere le telecamere. E proprio qui c’è la differenza: mentre la videosorveglianza fatta in questo modo è un semplice deterrente, gli 8 milioni serviranno per cambiare il quartiere. E queste scelte sono politiche, non solo amministrative”.
“C’è un partito, il Pd, l’unico rimasto ancora in maniera così seria e strutturata, a proporre la politica in un certo modo, che non è la politica dello strillato e della cosa facile – ha tenuto a precisare Alessandrini -. Siamo un partito che è quello che c’è sempre e siamo qui a programmare in maniera seria il futuro di un territorio. Non siamo quelli della festa di paese e dello spot sotto casa, ma quelli che programmano e fanno. Sappiamo che questo non sempre paga nell’immediato, che è più facile fare altre cose. Bisogna avere la pazienza di non fare scelte scontate e di facile guadagno, ma di guardare oltre anche pagando un prezzo”.
E mentre il 24 ottobre ci sarà un’assemblea proprio a San Marco per presentare le opere, il 27 mattina a Porto Sant’Elpidio nell’ambito della Costituente delle Idee si terrà un’iniziativa dove, come Marche Sud, il Pd partendo dal polo ospedaliero svilupperà ipotesi su una progettazione della viabilità che vada oltre i confini del Fermano, mettendo in rete anche le altre province, come ribadito dallo stesso Alessandrini.
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