di Sandro Renzi
Assemblea degli iscritti Dem questa mattina alla sala Imperatori. Occasione per fare il punto in vista delle prossime elezioni regionali e per confrontarsi sul futuro quanto mai incerto del Pd. Nel Fermano Italia Viva di Matteo Renzi non fa paura al Partito Democratico. Il dopo Leopolda non pare abbia lasciato particolari strascichi nei Dem. Fatte salve poche fuoriuscite, almeno per ora, il partito guidato dal segretario provinciale Fabiano Alessandrini regge ancora l’urto della scissione. “Quello di Renzi è un partito personale -ha rimarcato Alessandrini- chi lo ha eletto, qual è la struttura democratica di designazione della classe dirigente? Speriamo che Renzi riesca comunque ad allargare la base del centrosinistra ma di certo il suo comportamento non ci è piaciuto. E nonostante ciò la scissione non è stata così traumatica. Il 5% che viene accreditato ad Italia Viva nel Paese non è infatti solo composto da elettorato Dem”. “Operazione quella di Renzi non consona” così la definisce ancora Alessandrini nella sua analisi “non sono mai stato renziano ma quella esperienza di governo ha prodotto frutti importanti che non siamo riusciti a portare avanti. Ora dobbiamo ricominciare mettendo dei puntini, partendo dal programma”. Poi il tema delle alleanze. “Nessuna sudditanza verso i 5 Stelle. Non dobbiamo avere paura di loro e se di fronte alle continue esternazioni di Di Maio il Pd resta in silenzio non è sudditanza ma senso di responsabilità nel governare. Talvolta dice più un silenzio di tante parole”.
Il segretario provinciale ha invitato tutti ad essere “pragmatici senza perdere la consapevolezza di quello che il Pd rappresenta”. Fiducia la parola d’ordine tanto nella capacità di stare tra la gente e quindi in strada quanto nelle scelte programmatiche. In queste settimane partecipando ad altre assemblee sul territorio Alessandrini confessa di aver avvertito “perplessità” tra gli iscritti Dem, motivata dal futuro incerto che il partito mostra di avere di fronte a sé. Fa allora appello al pragmatismo lasciando intendere che in vista delle regionali un’alleanza con i pentastellati non è da scartare. Anzi. “Non dobbiamo avere paura di definirci democratici -gli ha fatto eco il sindaco di Porto San Giorgio, Nicola Loira- spero che il segretario possa trasmettere ai vertici del partito questa sensazione: non vogliamo essere un partito di palazzo ma uscire da queste logiche e cominciare a farlo dalle prossime elezioni regionali. Vogliamo essere protagonisti perché quella delle prossime regionali sarà una esperienza difficile. Eppure credo che proprio dalle città delle Marche possa uscire una proposta valida con cui riscrivere un’altra bella storia”. L’assemblea si è chiusa con l’intervento, piuttosto critico, della segretaria Marcela Coman. “Quando parla di temi questo Pd a cosa si riferisce?” si chiede la segretaria del circolo rivierasco “al forum sull’immigrazione a Roma ad esempio sono dieci anni che diciamo la stessa cosa, ovvero cambiare la Bossi-Fini. E non è stato fatto. Mi auguravo che il nuovo governo cambiasse i decreti sicurezza e non lo ha fatto. Viene sempre detto che non è il momento. Così come non è il momento dello ius culturae. Mi domando allora quando arriverà il momento in cui il Pd avrà il coraggio di portare avanti i suoi valori. Sono preoccupata se calano gli iscritti e non c’è presenza ai gazebo in piazza e dispiaciuta perché invece dal punto di vista amministrativo a Porto San Giorgio stiamo lavorando bene. Speriamo nel lavoro della costituente che dovrà fornire risposte e forse dare vita ad un rinnovato partito”.
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