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La Steat ha deciso:
eserciterà il diritto di prelazione
“Area ex stazione strategica”

FERMO - La scelta confermata dall'assemblea dei soci, tenutasi nella sede in Via Giovanni da Palestrina. Il presidente Alessandrini: “Così difendiamo una società pubblica"

di Andrea Braconi

L’assemblea dei soci della Steat ha approvato la proposta del presidente Fabiano Alessandrini: la società di trasporto pubblico eserciterà il diritto di prelazione per l’acquisto dell’area dell’ex stazione di Santa Lucia, equiparando l’offerta dell’imprenditore Mauro Cardinali.

Serviranno quindi 1 milione e 550mila euro per porre fine ad una diatriba aperta, anzi, chiusa dal Comune di Fermo che la scorsa primavera, dopo la comunicazione dell’Agenzia del Demanio, aveva deciso di non far valere il proprio diritto di prelazione quando il costo iniziale era di 650mila euro lievitando, oggi, di ben 900mila euro.

Votazione, quella dell’Assemblea dei soci, che è passata a maggioranza. A votare contro sono stati i Comuni di Servigliano e Montegiorgio. Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, così come altri Comuni, si è astenuto. La votazione, infatti, c’è stata, seppure non fosse necessaria in quanto qualunque decisione in merito ad azioni di questo tipo fa capo al Cda Steat. E tra coloro che hanno votato contrariamente, anche chi ha espresso il suo ‘no’ o la sua astensione in polemica con il primo cittadino di Fermo.

Affiancato dai membri del consiglio di amministrazione, il presidente Fabiano Alessandrini ha dato l’annuncio ufficiale. “Lo facciamo avendo valutato tutti i pro e i contro che la società si trova a dover affrontare in questa fase. In questa vicenda – ha precisato – ognuno deve fare la propria parte: la Steat deve fare la Steat, il privato fa il privato, i Comuni o la Provincia pur soci debbono fare, quando serve, il socio ed in altre occasioni l’ente. In questi giorni ne abbiamo sentite parecchie ed è chiaro che il Comune di Fermo e la Provincia non potevano in quanto enti acquistare l’area per darla alla Steat. Se l’avessero fatto la Steat avrebbe dovuto aspettarsi solo di rimanere lì con l’affitto concordato con l’ente, ma solo questo: nessuno poteva prendere l’area per nostro conto, ma solo per i propri fini istituzionali. Penso più al Comune di Fermo, che ha un interesse diretto, rispetto alla Provincia”.

In questi giorni si è parlato molto anche di sperpero di denaro pubblico. “In questo caso la Steat al pari di qualsiasi privato fa un’operazione immobiliare su un prezzo che speravamo fosse inferiore ma che il mercato ha determinato. La Steat ha ragionato a lungo insieme al Collegio dei revisori dei conti, all’organismo di vigilanza e con i soci sull’opportunità o meno di fare questa operazione. Abbiamo anche ragionato con il privato sul fatto che a noi interessava la permanenza e anche sul tipo di costo per noi. Sia nell’uno che nell’altro caso non abbiamo avuto alcun tipo di rassicurazione, sia sugli anni di permanenza che sulla cifra da sborsare. L’unica cosa che ci è stata palesata è che la cifra non poteva rimanere quella attuale di 42.000 euro annui”.

Risorse, e non poteva essere altrimenti, che sono alla base del ragionamento dei vertici della società. “Ci eravamo organizzati per acquisire quell’area oltre il prezzo base, avevamo fatto i nostri conteggi, ampiamente coperti dalla quota d’affitto che sarebbe stata la quota di mutuo per l’acquisto del deposito. C’era anche un ragionamento sulla ristrutturazione dell’area attraverso l’affitto che paghiamo qui per la sede attuale, cioè 27.000 euro. Insomma, circa 70.000 euro per coprire sia acquisto che una parziale ristrutturazione. Il prezzo però è lievitato e ci ha costretto a rifare i conti, con una rata intorno ai 100.000 euro annui”.

Ma la posizione del deposito è strategica anche per le gare sul trasporto pubblico locale in arrivo. “Averne uno di proprietà ubicato in quella posizione, a circa 150 metri dal Terminal, ci pone in situazione di vantaggio competitivo rispetto a qualunque altro soggetto che intende partecipare alla gara”.

Tutto questo, ha rimarcato, viene fatto senza chiedere soldi ai soci. “In passato il sostegno alla Steat è stato piuttosto scarso. Qui facciamo un investimento che il mercato ha determinato come tale e non abbiamo motivi per pensare che nel medio e lungo periodo quella cifra non possa essere rifatta nell’eventuale vendita dell’immobile. In ogni caso, prima di procedere all’eventuale dismissione, chiederemo all’amministrazione di Fermo di mantenere la disponibilità che ha dimostrato verso il privato. All’indomani dell’asta avevano detto di essere disponibili a sedersi con il privato e su questo non chiediamo nulla di più. Nell’ipotesi delocalizzazione se su quell’area il Comune ha delle aspettative la Steat si aspetta, al pari del privato, una valorizzazione della stessa”.

Come detto, la documentazione è stata sottoposta all’assemblea dei soci. “È in capo al cda della Steat la decisione deliberata nell’ultima seduta – ha tenuto a precisare – Diciamo anche che se l’amministrazione di Fermo intende discutere sulla vecchia stazione siamo disponibili e valuteremo le cifre, perché di questo, e non di altro, dobbiamo parlare”.

Il 22 novembre verrà esercitato il diritto di prelazione. “Siamo convinti di difendere la Steat e gli interessi di un’azienda pubblica. Calcinaro ha detto che bisogna avere la schiena dritta per trattare con il privato e io credo che bisogna averla sempre quando si ha un ruolo pubblico. Invito tutti a ragionare con la testa e in questa vicenda c’è anche chi che per una manciata di lenticchie va fuori dal seminato”.

Dall’assemblea molti sindaci sono però usciti con diversi dubbi. “Stiamo ragionando su due ipotesi: o un mutuo fondiario a 15 anni o un leasing, che consentirebbe di avere una rata più leggera. La sostenibilità, però, l’abbiamo trovata al nostro interno. In questi anni abbiamo rinnovato il materiale rotabile, investito nella bigliettazione elettronica, nelle paline intelligenti e nell’info mobilità: è chiaro che si sarà uno stop e le risorse le andremo a reperire anche in questa maniera, oltre ad altre possibilità che vedremo in futuro. Se però i soci pubblici non hanno in 20 anni aderito a nessuna ricapitalizzazione e non volessero o potessero farlo oggi, lo statuto prevede la possibilità di un ingresso di soci privati. Una prospettiva in qualche modo prevista in occasione delle gare: di fronte a questo scenario un alleato forte e strutturato per capacità finanziaria e organizzativa è un’eventualità che in qualche modo andrà ricercata”.

“Ora che siamo proprietari questo ci consentirà di normalizzare i fastidi manifestati dai residenti” ha aggiunto Alessandrini, che ha spiegato come l’azienda darà anche i propri input al Comune e soprattutto come, una volta acquisita l’area, uno dei primi interventi sarà la messa in sicurezza dopo gli smottamenti manifestatisi nei mesi scorsi, a partire da via Bellesi. “Compatibilmente con le disponibilità finanziarie, faremo tutti i miglioramenti possibili, senza perdere un giorno di operatività e senza bloccare il servizio pubblico”.

Una lunga disamina, la sua, con una conclusione lapidaria. “Ci aspettava una cifra diversa, o i privati sono stati più bravi ad immaginare o hanno avuto canali che noi non abbiamo avuto. Noi però non potevamo acquistare prima della gara, altri che potevano hanno fatto scelte diverse”.

 

IL COMMENTO DEL SINDACO CALCINARO

“L’astensione è stata sul metodo – commenta il sindaco Paolo Calcinaro – poiché era una votazione non necessaria da statuto. Quello che ho chiesto in assemblea è una garanzia su una visione futura dell’area, per la quale il Comune di Fermo con i suoi tecnici può aiutare in maniera di pianificazione”.

La Steat potrebbe infatti trovare un’area alternativa nel medio termine da adibire a deposito. A quel punto l’area ex stazione Santa Lucia rappresenterebbe un patrimonio per l’azienda di trasporto pubblico locale che potrebbe essere anche essere oggetto di una variante attraverso la quale il Comune garantisca tutti i vantaggi pubblici, considerata la posizione strategica.


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