La parrocchia ‘Gesù Redentore’ festeggia
i 50 anni, dalla messa con l’arcivescovo
Pennacchio alla mostra fotografica

PORTO SAN GIORGIO - Domani giornata clou dei festeggiamenti per il mezzo secolo di vita della parrocchia. Alle 11 messa celebrata dall'arcivescovo di Fermo. Nel pomeriggio castagnata e inaugurazione della mostra fotografica che ripercorre la vita della parrocchia

La parrocchia di ‘Gesù Redentore’, quartiere Borgo Rosselli, domani festeggerà il mezzo secolo di vita. Un traguardo che i parrocchiani, con in testa il parroco don Pietro Gervasio e il parroco emerito don Gabriele Amurri, si preparano a celebrare curando ogni minimo dettaglio. A dire la verità i festeggiamenti sono già partiti lo scorso 19 novembre con la giornata eucaristica e continuato oggi con la messa animata del coro Shalom. Ma momenti clou dell’anniversario, domani alle 11 con la messa solenne presieduta dall’arcivescovo Rocco Pennacchio e il conferimento della cresima ai ragazzi.

L’arcivescovo Rocco Pennacchio

Il tutto animato dal coro parrocchiale Jesus Redemptor. E alle 16 momento conviviale al centro ricreativo con una castagnata ‘bagnata’ dal vino novello e l’apertura della mostra fotografica al teatro parrocchiale. Sì una mostra che ripercorre i 50 anni di vita della parrocchia, dal decreto, nel 1968, di istituzione, a seguito della richiesta avanzata proprio da don Gabriele, firmato dall’arcivescovo Norberto Perini. Da lì la posa della prima pietra (dell’attuale teatro) nel marzo del 1977, evento presieduto dall’arcivescovo Cleto Bellucci. E poi, quattro anni più tardi, quella dell’attuale chiesa. Immagini in bianco e nero che lasciano spazio a scatti ingialliti dagli anni ma sempre vivi nel ricordo di un quartiere che ha nella sua parrocchia il cuore pulsante, di una comunità riunitasi quotidianamente intorno al suo luogo di culto, anche se all’inizio solo nello spirito, o segnato da impercettibili fondamenta. E sarà normale, lecito, anzi emozionante, per molti parrocchiani, magari quelli già adulti, ricercarsi tra quelle centinaia di foto, o magari riscoprire, in una carrellata fotografica lunga 50 anni, amici, familiari, vicini di casa.

Chi c’è ancora, chi non c’è più. Ma tutti presenti, tutti tasselli, mattoni di una parrocchia che ha segnato lo sviluppo di un quartiere, tra sorrisi, emozioni, dolori. Tutti comunque vissuti nella forza di una comunità, un quartiere che ha rinnovato il suo sodalizio negli anni, tra pellegrinaggi, momenti di vita parrocchiale, matrimoni, anniversari, battesimi, campi scuola, l’inaugurazione del centro ricreativo don Bosco, la prima festa di quartiere, nel 1977, il passaggio del testimone, nel 2012, da don Gabriele a don Pietro. E che, per dirla con le parole dello stesso don Pietro “possa diventare un segno di speranza, una luce di salvezza per tutti”.

g.f.


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