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Lo chalet fa causa al Comune per i danni dell’erosione:
il giudice propone 65.000 euro di risarcimento

PORTO SANT'ELPIDIO - Proposta di conciliazione per chiudere la causa intentata nel 2009 dal Sudomagodo, che chiedeva 215.000 euro; il Comune rifiuta

Il problema dell’erosione costiera, che a Porto Sant’Elpidio si trascina da oltre un decennio, è finito anche nelle aule di tribunale e per il Comune potrebbero arrivare nuove spese. Nei giorni scorsi si è svolta infatti a Fermo una nuova udienza della causa, intentata nel lontano 2009 dalla proprietà dello chalet Sudomagodo nei confronti dell’ente e delle ditte che realizzarono le scogliere soffolte. All’epoca quella parte del litorale, all’incirca all’altezza dell’ex Fim, era puntualmente la più colpita dai fenomeni di erosione. Una situazione sensibilmente diversa da quella attuale. Dopo una rifioritura delle barriere effettuata negli anni scorsi, quel punto della costa non ha più subito danni consistenti, mentre le criticità più serie si sono spostate in parte poco più a nord, ma soprattutto ancora più a sud. Chiedeva 215.000 euro, il Sudomagodo, come risarcimento per i ritardi nei lavori che, secondo il ricorrente, provocarono serissimi danni alla struttura. All’epoca lo stabilimento, uno dei più danneggiati dalle mareggiate, si trovò costretto anche ad un anno di chiusura, nell’estate del 2009, per via dei problemi strutturali, sia alle fondamenta che all’interno dello chalet, provocati dalle mareggiate.

Il giudice, all’ultima udienza, ha formulato una proposta di conciliazione alle parti, fissando una somma di 65.000 euro, più spese processuali e di Ctu, da versare al ricorrente. Oltre al Comune, sono chiamate in giudizio le ditte che all’epoca eseguirono i lavori, costati circa 6 milioni di euro, per la protezione del litorale sud della città. Il precedente giudice aveva formulato una proposta conciliativa più “leggera”, di 20.000 euro, da dividere tra gli enti chiamati in giudizio, per chiudere la causa. L’Amministrazione comunale all’epoca aveva accettato, perchè con un esborso modesto avrebbe potuto porre fine ad un contenzioso con richieste risarcitorie molto superiori. Il concessionario però rifiutò, ritenendo quella cifra insufficiente.

Ora, vista la nuova proposta, la giunta, sentito anche il legale a cui è stata affidata la difesa degli interessi del Comune, ha deciso di rifiutare la proposta di conciliazione, perchè “non è possibile operare valutazioni tecnico- giuridico/amministrative in ordine alla eventuale possibilità di adesione, tenuto altresì conto delle stringenti norme che disciplinano la contabilità pubblica”. La causa, quindi, va avanti. E’ comunque significativo che per la prima volta un tribunale abbia riconosciuto un importo abbastanza consistente, anche se inferiore rispetto a quello richiesto dal privato, come ristoro ad uno stabilimento per i danni provocati dall’erosione.


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