di Pierpaolo Pierleoni
E’ arrivato anche il sottosegretario del Ministero dell’istruzione, università e ricerca Giuseppe De Cristofaro, stamattina, per celebrare i 60 anni del Lceo artistico Preziotti. Una lunga storia da festeggiare con mostre, incontri, spettacoli, come iniziato sabato scorso con una lunga giornata di iniziative ed esposizioni. Una festa degli studenti, prima di tutto, come evidenziato dalla dirigente, prof. Stefania Scatasta, in apertura. “Ci piace pensare alla scuola come un faro, siamo una comunità educante. Ci sentiamo privilegiati a lavorare ogni giorno per il futuro”. A ruota il prof. Giuseppe Buondonno:”Questa scuola ha quasi la mia età, ho passato più della metà della mia vita qui. Entrai permeato di una forte cultura umanistica, ma qui ho imparato che ci sono tanti linguaggi e anche chi è meno disinvolto con le parole sa trovare canali di espressione straordinari. Vivo in una scuola che si sforza di non lasciare soli i ragazzi e sono orgoglioso di questo patrimonio”.
Numerose le autorità, a partire dal vicesindaco Francesco Trasatti, che plaude “al bel clima di rete che si respira qui. Le scuole collaborano con le istituzioni, abbiamo tanti progetti insieme, che ci indicano come l’attività scolastica spesso entri nella vita sociale di una città. Qui si coltiva una cultura dell’inclusione e del rispetto”. Plauso a cui si associa il prefetto di Fermo, Vincenza Filippi. “Fa piacere ci sia il sottosegretario del Miur, credo convintamente che la cultura, l’istruzione, la ricerca, siano cuore nevralgico del paese. Qui a Fermo ho scoperto una realtà vivacissima, una pluralita di risorse che rappresentano un valore aggiunto. Formazione è prima di tutto investire nella strategia del futuro”. Saluta anche il sindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira: “Dovremmo impegnarci a comunicare meglio il valore di questo istituto, uno degli elementi, tra l’altro, che unisce Fermo e Porto San Giorgio. Qui si coltiva il bello, che è la promozione migliore per noi stessi”.
Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Ugo Filisetti, ricorda i numeri importanti della scuola marchigiana, “240mila studenti distribuiti in 10mila classi. L’obiettivo deve essere l’inserimento del progetto formativo nel sistema socioeconomico e produttivo, contenuti adeguati al fabbisogno del territorio e della società, naturalmente una proeparazione adeguata ed un’offerta formativa coerente. Il sistema scuola è a servizio del territorio e dei ragazzi”. Tocca poi a due docenti, ripercorrere i momenti salienti della storia dell’istituto. Al prof. Nunzio Giustozzi il compito di ricordare le tappe decisive dalla fondazione, nel 1959, ai giorni nostri, passando per alcuni grandi maestri che insegnarono all’istituto fermano, come Giuseppe Pende e Costanzo Corrina. Al prof. Marco Rotunno, invece, una sintesi della figura di Umberto Preziotti, fondatore della scuola d’arte e mestieri che oggi porta il suo nome.
Infine, la parola al sottosegretario del Miur. “La scuola è un pilastro democratico ed una grande infrastruttura civile. La mia esperienza di governo, in questi primi due mesi e mezzo, mi ha permesso di viaggiare e conoscere la realtà del nostro paese. La necessità di sinergia della scuola con le realtà del territorio è la cosa che mi piace di più di questa mattinata. Quando sono arrivato al Ministero mi hanno consigliato di non dimenticare i numeri. In Italia abbiamo 8 milioni di studenti ed 1 milione di docenti, parliamo di un pezzo vero di società del paese. Ci sono tante eccellenze e tanti luoghi di sofferenza, ma anche tante idee su cui ragionare. Ai pilastri del sistema formativo elencati in precedenza vorrei aggiungerne uno: la scuola deve tentare di formare coscienze critiche e spiriti liberi. Solo l’arte ci salva da un mondo che cambia così velocemente ed a maggior ragione dobbiamo creare coscienze libere. Gli studi dicono che il 70 x cento di chi oggi sta alle elementari, farà lavori che oggi non esistono. Andiamo verso un mercato del lavoro completamente diverso e solo una mente libera e critica può adattarsi a queste grandi mutazioni”.
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