di Maria Elena Grasso
Una musica rilassante in filodiffusione e una sala d’attesa piena di quadri. Questa è stata l’accoglienza stamattina per la presentazione del progetto “Immagini e Colori” fortemente voluto dai volontari dell’Anpoff e dal team di medici del reparto di oncologia dell’ospedale ” A. Murri ” di Fermo. In una sala piena di pazienti e non, sono state esposte le opere delle artiste Vincenza D’Angelo e Manuela Di Gregorio, per mostrare come la pittura e l’espressione artistica siano preziose soprattutto in un percorso di cura e di crescita personale.
Renato Bisonni primario dell’unità complessa di oncologia ha esordito: “Sono grato per la vicinanza che ci dimostrano i pazienti e la rete di familiari e amici che li circonda. Questa esposizione di opere ci dimostra come l’arte possa essere un veicolo per esprimere le proprie emozioni e per procedere nel percorso di cura”.
Anche l’assessore Mirco Giampieri ha espresso soddisfazione per il progetto:” Aprire le porte di questo reparto a così tante persone è prezioso e ci fa acquistare un grande valore umano. Credo che l’arte abbia la capacità di tirare fuori qualcosa che è nascosto nel nostro intimo. E’ un processo che non avverrebbe senza l’ausilio di personale medico e volontario che mai come in questo caso mette in prima linea la persona”.
La parola è passata ad una delle più affezionate fautrici delle artiste: il presidente dell’Anpof Michaela Vitarelli: “Sono felice di presentarvi i lavori che vengono fuori dai vissuti dei pazienti. E’ la dimostrazione tangibile l’arte è in grado di trasformare un sentimento di dolore in bellezza pura. Credo che la malattia ci metta davanti ad un bilancio che gioco-forza dobbiamo affrontare e l’arte rappresenta di sicuro un modo molto diretto per esprimere i vari stati d’animo che si attraversano nel percorso della vita”.
Il dottor Luigi Acito è sempre stato un sostenitore delle potenzialità dei pazienti, nella sala ci sono un suo ritratto e il disegno della Cattedrale di Matera (città d’origine di Acito). Entrambe sono opere di Vincenza a lui dedicate. “Come si può vedere, l’arte è una spinta a donare qualcosa in più di se stessi. Credo che non ci sia niente di più prezioso che offrire una parte così intima della persona”.
Vincenza D’Angelo la paziente del reparto che ha eseguito diverse opere esposte ha raccontato: “Ho sempre desiderato dipingere, sin da piccola, ma le vicissitudini della vita mi hanno portato lontano dall’arte. Poi ad un certo punto è arrivata la malattia e con l’aiuto del team di medici e volontari sono riuscita a tirare fuori e coltivare la mia passione”.
Anche Manuela, co-fondatrice dell’ Anpof, ha un trascorso da paziente del reparto, oggi è una volontaria dell’associazione: “Da ragazza ho frequentato l’istituto d’arte – sono state le sue parole – e la tela e il pennello sono stati sempre parte della mia vita, a maggior ragione quando ho attraversato un periodo di difficoltà a causa della malattia; ma dipingere mi ha riportato alla vita, alla bellezza delle cose”.
Don Mario Malloni si è definito un “cliente affezionato” del reparto e ha raccontato di come la patologia possa essere preziosa: “La malattia ci mette in una condizione di precarietà e di interrogativi sulla vita. Ho scoperto che Dio con questa prova ha impreziosito la mia vita. La malattia mi ha tolto la ruggine accumulata e mi ha messo ancora di più in relazione con le persone. Quando senti che la vita prova a sfuggirti via, apprezzi tutte le cose che la quotidianità dona, ed è in quel momento che appaiono in noi nuovi talenti e carismi che non pensavamo di avere. E’ come vedere tutto nuovo e qui vedo che Dio c’è”.
A tal proposito, Michaela ha voluto concludere la presentazione affidando il suo pensiero ad una citazione dal film American Beauty, che a suo avviso racchiude il senso della nuova realtà nel reparto oncologico: “A volte c’è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla e il mio cuore sta per franare. E’ difficile restare arrabbiati quando c’è tanta bellezza nel mondo, a volte è come se la vedessi tutta insieme ed è troppo. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare e poi mi ricordo di rilassarmi e smetto di cercare di tenermela stretta e allora scorre attraverso me come una pioggia e io non posso provare altro che gratitudine per ogni singolo momento della mia stupida, piccola vita”.
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