Pacini: “Caro Sindaco, sull’ex Gigli la soluzione c’è già, l’avete decisa in Consiglio comunale”

PORTO SANT'ELPIDIO - "La delibera è chiarissima: o il privato accetta la cifra indicata dal Demanio, o restituisce la caparra. Non c'è nessuna soluzione da studiare"

L’avvocato Giancarlo Pacini “suggerisce” la soluzione sull’intricata questione relativa all’acquisto dell’ex cineteatro Gigli. Una presa di posizione che arriva dopo che il sindaco Nazareno Franchellucci, nei giorni scorsi, “si è schierato a favore delle ragioni e delle pretese del costruttore e fa sapere che approfitterà delle ferie natalizie per compiere i necessari approfondimenti normativi, assicurando che per gli inizi del prossimo anno la questione sarà definita e potremmo entrare in possesso della porzione di immobile acquistata. In merito, consentirà di dare un piccolo contributo ai suoi approfondimenti”.

Pacini ricorda la normativa che impone, nelle transazioni tra pubblico e privato, di acquisire una valutazione di congruità del prezzo fatta dall’Agenzia del demanio. “A maggior ragione, sotto il profilo contrattuale,non può ignorare il Sindaco le determinazioni assunte dal Consiglio Comunale. Il collegio dei revisori dei conti, chiamato ad esprimere il proprio parere da allegare alla delibera consiliare, formulò una raccomandazione circa la necessità di meglio regolamentare e chiarire il passaggio dello schema di preliminare in cui dopo l’indicazione del prezzo ( € 1.951.000) veniva aggiunto l’inciso: sSalvo il giudizio di congruità dell’Agenzia del demanio”.

L’ex sindaco fa notare che il Consiglio comunale, nella delibera con cui approvò, a novembre del 2017, l’accordo per comprare l’ex Gigli, “replicava che non v’era necessità alcuna di chiarimenti poiché ‘La suddetta clausola di salvezza ha valore per entrambe le parti, comportando per l’Ente l’obbligo di adeguarsi ad esso (parere di congruità) e per il privato la dichiarazione di accettazione o meno del prezzo congruito. La mancata accettazione del promittente venditore comporta la risoluzione del preliminare e l’obbligo di restituzione della caparra versata. A garanzia di tale restituzione la parte promittente venditrice dovrà presentare garanzia fideiussoria’. Non occorre un particolare sforzo interpretativo per comprendere il contenuto della delibera consiliare alla quale il Sindaco prese parte. E’ il Demanio (e non il demonio) che esprime parere sul prezzo ed il Sindaco non può esimersi, essendone anzi obbligato, a tenerne conto; la controparte (il costruttore) ha solo facoltà di accettare o meno tale determinazione e laddove non accetta il contratto si risolve! Chiaro il contenuto della delibera che non consente divagazioni per nessuno! Non perda quindi tempo il Sindaco per approfondimenti che non sono affatto necessari e che, se ce lo consente, non avrebbero altro effetto se non quello di rovinargli le vacanze natalizie”.

Per concludere, secondo Giancarlo Pacini “il costruttore bene farebbe a riporre i suoi bellicosi propositi ed a rendersi conto che ove non dovesse accettare la determinazione del demanio (€ 1.500.000) il preliminare sarebbe risolto e dovrebbe preoccuparsi solo di restituire quanto già ricevuto a titolo di caparra (€ 390.000). Si rassegnino quindi, sia lui che il Sindaco, al fatto che non v’è proprio alcuna ragione o motivo per cui debbano ostinarsi a far sborsare ai cittadini di Porto Sant’Elpidio 451.000 euro in più di quelli che sarebbero dovuti”.


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