di Andrea Braconi
Il giorno dopo la fatica prende il suo doveroso spazio, dopo mesi di preparativi. Ma la soddisfazione per un lavoro a dir poco straordinario, che ha visto coinvolti 270 studenti (tutti rigorosamente con t-shirt bianche e scritta “staff”) e quasi 40 docenti, non può essere relegata in un cassetto. Perché al Montani, da 13 anni, il momento del Tombolone Scientifico tra Natale e Capodanno assume un significato speciale, al di là dei numeri da record: è la scuola che si apre, completamente, a centinaia (le stime parlano di 1.500 presenze) di genitori, cittadini e curiosi, intenti a vivere ben 90 esperienze interattive nelle stanze e nei corridoi di tutti i plessi dello storico istituto fermano.
Aeronautica, Agraria, Automazione, Biotecnologie, Chimica, Elettronica, Elettrotecnica, Energia, Fisica, Informatica, Inglese, Logica, Matematica, Meccanica, Navigazione e Telecomunicazioni: sono state queste, come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, le aree disciplinari interessate da un progetto che, nel 2019, si è anche caratterizzato per le celebrazioni dei 150 anni della tavola periodica degli elementi, con uno spettacolo ad hoc che ha visto coinvolti 15 studenti di Chimica, oltre a 3 coetanei di Informatica e Telecomunicazioni, arrivando ieri a 30 partecipanti di tutte le articolazioni per l’evento denominato Mendeleev 150.
Ma stavolta, più di altre, a parlare non sono le parole di dirigenti o docenti (o magari del sindaco Calcinaro, che non è voluto mancare nemmeno quest’anno), ma le immagini. Scatti che raccontano di esperimenti, performance in equilibrio tra scienza e teatro. Ma soprattutto di un altro pomeriggio, l’ennesimo, entrato nella storia del Montani dalla porta, anzi, dal portone principale.
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