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Le foto dell’amandolese
Antonio Baratto nella mostra
curata da Vittorio Sgarbi

AMANDOLA - Il fotografo: "Cerco nell'immagine l'espressione di me stesso, mi lascio sorprendere dal mondo, cercando di catturare un istante che racconti una storia, che provochi emozioni e che rimanga nella memoria del tempo"

Antonio Baratto

Alcuni lavori fotografici dell’amandolese Antonio Baratto, fotografo e grafico pubblicitario di 40 anni, sono stati selezionati per la mostra fotografica ‘Pesaggio Italiano – L’Infinito tra Incanto e Sfregio’, a cura di Vittorio Sgarbi, in scena fino al 15 gennaio 2020 al museo civico di Villa Colloredo Mels di Recanati.

La mostra, articolata in 6 sezioni, ‘L’Incanto, lo Sfregio, il Paesaggio Umano, l’Utopia, il Paesaggio Interiore e la Città’, è promossa dall’associazione culturale Lo Stato dell’Arte, organizzata in collaborazione con il Comune di Recanati e Sistema Museo e nasce da un’idea dei suoi storici collaboratori Sauro Moretti, manager, e Nino Ippolito, ufficio stampa. Nell’anno in cui si celebrano i duecento anni de L’Infinito di Giacomo Leopardi, una rassegna di fotografia contemporanea che racconta il rapporto tra uomo e natura, tema leopardiano e attualissimo.

Il paesaggio italiano in mostra – spiegano –  viene raccontato attraverso scatti che sono piccole e grandi storie, dalla bellezza al degrado, nelle immagini di 58 fotografi, tra professionisti ed amatori evoluti, i cui lavori sono stati selezionati da Sgarbi tra migliaia di auto-candidature arrivate. Sono 91 le foto in mostra, e non è solo la bellezza ma sono soprattutto le storie dei luoghi e le gesta dei suoi abitanti a segnare il paesaggio italiano nelle sue contraddizioni, tra tran tran quotidiano e situazioni straordinarie, in un passato glorioso col futuro ancora da scrivere. È proprio dell’amandolese Antonio Baratto la foto scelta per il manifesto della mostra.

“Sono nato ad Amandola il 31 gennaio 1979, secondo di quattro fratelli, in una splendida famiglia. Ho inseguito la passione per la fotografia fin da quando – racconta Baratto – ero piccolo e mio padre, anche lui amante e appassionato della macchina fotografica, mi portava con sé tra le colline marchigiane a cercare di catturare lo scatto migliore. Cerco nell’immagine l’espressione di me stesso, mi lascio sorprendere dal mondo, cercando di catturare un istante che racconti una storia, che provochi emozioni e che rimanga nella memoria del tempo. Ho collaborato con professionisti del settore per reportage fotografici in generale, ho sviluppato anche progetti personali. Nel 2017 ho pubblicato 10 scatti sul volume ‘Immagini e Parole’ edito da Pagine. Nel 2019 ho partecipato al workshop di ritratto contemporaneo con Eolo Perfido, uno dei più grandi ritrattisti italiani, allievo di Steve Mc Curry. I miei generi fotografici sono il ritratto in studio, la street photography e servizi matrimoniali. Durante l’estate 2019 ho scattato diverse foto in giro per la Marche e a settembre ho partecipato alla selezione per la mostra ‘Paesaggio Italiano’ curata da Vittorio Sgarbi a Recanati. Sono stati scelti tre miei scatti che riescono a catturare alcuni aspetti dell’italianità dal mio punto di vista. ‘L’onda’ scattata a Pedaso: un uomo intento a chattare appoggiato al muro sul quale è disegnata l’onda di Hokusai,’Cinema’ scattata a Cupra Marittima: l’entrata del cinema di Cupra Marittima, ‘Da Gigetta’ scattata a Cupra Marittima: istantanea della sagra della polenta. A novembre la fotografia ‘L’onda’ ha ricevuto una menzione d’onore dalla giuria del Nd Photography Awards, concorso internazionale di fotografia, per la sezione Street photography”.


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