“Il 2019 è stato un anno molto impegnativo per i Servizi sociali del Comune di Fermo a causa del perdurare di una congiuntura economica sfavorevole che ha inciso negativamente sulle dinamiche del mercato del lavoro e di conseguenza ha determinato un aumento delle situazioni di disagio sociale e vulnerabilità soprattutto nelle fasce più deboli e svantaggiate. Il 2019 è stato anche l’ultimo anno intero del mandato amministrativo ed è possibile quindi fare già un primo bilancio, in attesa della relazione consuntiva di fine mandato che verrà prodotta agli inizi del prossimo anno. “. Inizia così la relazione sul 2019 dell’assessore ai servizi sociali del comune di Fermo, Mirco Giampieri che nella nota stampa passa in rassegna quanto fatto nel suo delicato settore.
“Nonostante le difficoltà, che ovviamente si riflettono anche sul reperimento dei mezzi finanziari da destinare ai servizi, nel 2019 il Comune di Fermo ha speso, nelle attività socio-educative (cioè per l’erogazione di servizi), ben 5.233.462 euro, esclusi gli investimenti strutturali e le spese di funzionamento contro i 4.538.224 euro del 2015 con un incremento quindi della spesa per i Servizi Sociali del 15,3% in poco più di 4 anni.
I mezzi finanziari provengono per circa il 60% da trasferimenti regionali mentre il 40% sono risorse direttamente proveniente dal bilancio comunale: le risorse comunali nel 2019 hanno superato i 2.100.000 euro contro 1.954.000 euro del 2015 con un incremento del + 7,5% in poco più di 4 anni.
Questi dati, uniti a quelli degli investimenti materiali nelle strutture sociali realizzati e/o completati nel 2019 quali il nuovo centro Montessori e il nuovo asilo nido, dimostrano la grande attenzione e il grande sforzo compiuto in questi anni dall’amministrazione comunale di Fermo a vantaggio dei soggetti più svantaggiati e delle famiglie.
Come sempre i servizi in campo socio-educativo erogati dal Comune possono essere raggruppati nelle seguenti macro categorie: servizi socio-assistenziali (extrascolastici) per i minori; servizi educativo-scolastici per i minori; servizi per i disabili; servizi per gli anziani; servizi per persone e famiglie a basso reddito e altri servizi (soggetti psichiatrici, tossicodipendenti, immigrati, ecc.).
La gran parte delle risorse finanziarie pari a circa il 65% (3.400.000 sul totale di euro 5.233.000 euro) – si legge nella nota a firma dell’assessore Giampieri – è stata utilizzata nell’area dei minori sia per interventi extrascolastici, come ad esempio l’educativa domiciliare, sia per interventi educativo-scolastici come l’asilo nido, la ludoteca Riù, lo spazio bambini San Tommaso, ecc..
Un dato significativo è ad esempio la diminuzione dei minori inseriti nelle Comunità protette che è passato dal picco di 59 di inizio mandato a 43 del 2019 di cui 29 stranieri. Di conseguenza la spesa per tali inserimenti è diminuita da euro 924.000 di inizio mandato ad euro 564.000 di fine 2019.
La politica tesa a diminuire l’istituzionalizzazione dei minori in comunità è stata possibile grazie anche all’incremento degli interventi di prevenzione di educativa domiciliare i cui destinatari sono passati da 14 di inizio mandato a 41 del 2019, e all’implementazione di soluzioni alternative molto più favorevoli per il minore come gli affidi familiari che sono passati da 9 di inizio mandato a 16 del 2019.
Nell’area della disabilità, i cui destinatari sono principalmente minori ma non solo, il Comune nel 2019 ha impiegato oltre 2.300.000 euro la maggior parte dei quali per erogare servizi presso i centri semi residenziali diurni Bottega delle Idee e Montepacini che ospitano complessivamente 36 utenti adulti, e Prf del Montessori che ospita 15 utenti minori.
I servizi socio-sanitari del centro ambulatoriale riabilitativo del Montessori riguardano invece 201 utenti minori portatori di gravi disabilità.
Il quadro degli interventi per la disabilità comprende inoltre, tra gli altri, anche gli interventi di educativa presso la scuola (89 utenti minori) gli interventi di educativa domiciliare (31 utenti minori) e le borse lavoro per disabili adulti (63 utenti di cui 17 nuove borse lavoro attivate nel 2019, per una spesa complessiva nel 2019 di 118.500 euro).
Nei riguardi degli anziani che vivono soli e sono solo parzialmente autosufficienti è stato incrementato il servizio di assistenza domiciliare i cui utenti sono passati da 46 di inizio mandato a 58 nel 2019.
Nell’area degli interventi per le persone e le famiglie a basso reddito normalmente i Comuni non hanno potuto fare altro che erogare dei contributi finanziari una tantum o periodici sulla base di una attenta valutazione delle reali condizioni di disagio e vulnerabilità. Su questo fronte, il Comune di Fermo, mediamente ha impiegato circa 150.000 euro l’anno anche se, ovviamente, questo modo di intervenire non può essere risolutivo ed anzi spesso è un deterrente nella ricerca di nuove opportunità di lavoro e di sostentamento.
Per questo motivo, nel 2018 il reddito di inclusione (Rei) aveva cercato di modificare l’approccio nei riguardi delle famiglie a bassissimo reddito ma è stato poi superato dal nuovo reddito di cittadinanza che di fatto è partito ad aprile 2019 con l’avvio delle erogazioni delle indennità mensili previste da parte dell’Inps (importi molto variabili che dipendono dall’Isee e dalla composizione del nucleo familiare).
Nel solo Comune di Fermo ad oggi abbiamo 517 soggetti beneficiari. Anche in questo caso se l’erogazione dell’indennità mensile non venisse concretamente accompagnata dall’attivazione di percorsi di inserimento lavorativo e/o di riqualificazione professionale l’intervento risulterebbe sterile, improduttivo e rischioso. Se da un lato erogare indennità fisse in denaro è abbastanza semplice, stante le disponibilità finanziarie, è molto complicato progettare ed attivare percorsi di inserimento/riqualificazione gli unici in grado di poter assicurare soluzioni durature ed efficaci per lo stato di disagio economico. La legge prevede che questo tipo di lavoro individualizzato nei riguardi dei beneficiari del reddito di cittadinanza ricada sia sui Centri per l’Impiego che sui Servizi Sociali dei Comuni per i quali si preannuncia quindi un nuovo gravoso e delicato impegno.
Da questo punto di vista il Comune di Fermo ha ‘anticipato i tempi’ attivando soluzioni virtuose nei riguardi dei soggetti residenti particolarmente svantaggiati, quali i tirocini di inclusione sociale che sono partiti ad inizio 2019, molti mesi prima che l’Inps rendesse noto l’elenco dei beneficiari del reddito di cittadinanza che risale allo scorso novembre: nel corso del 2019 ne sono stati attivati ben 44 presso altrettanti datori di lavoro (piccole imprese del territorio) per una durata del tirocinio dai 6 ai 12 mesi, un’indennità netta mensile di euro 350 ed un investimento complessivo da parte del Comune di oltre 157.000 euro. In questo modo, di fatto, i nostri servizi sociali hanno già iniziato da tempo ad operare concretamente con lo spirito e l’approccio del Rei e del reddito di cittadinanza.
Un particolare ringraziamento al mio dirigente Gianni Della Casa e a tutti i collaboratori e dipendenti che con la loro professionalità, si rivelano di fondamentale importanza per l’efficace funzionamento dei Servizi Sociali.
Un grazie sentito ai collaboratori dell’Ambito e un sentimento di gratitudine ai centri sociali e a tutte le associazioni che in questi anni mi sono stati vicini
Per concludere con l’area degli immigrati anche nel 2019 il Comune di Fermo ha continuato a gestire il progetto Sprar adulti (37 richiedenti protezione internazionale) grazie ad un finanziamento statale di circa 440.000 euro che proseguirà anche nel 2020″.
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