Il figlio disabile resta senza trasporto
ma si apre uno spiraglio: “Faremo
una prova con la Croce Verde Valdaso”

LAPEDONA - La mamma di Michel Volponi contattata dal presidente della pubblica assistenza attivatosi insieme al sindaco: "Voglio solo che a mio figlio venga garantito un diritto"

di Andrea Braconi

Dalla cattiva alla buona notizia a volte il passo è breve. O almeno questo sembra essere il caso di Michel Volponi, 25enne di Lapedona e di sua madre Marina con quest’ultima che ha lanciato un grido di dolore per la situazione del figlio.

Michel, infatti, ha un ritardo mentale e frequenta il centro diurno Sant’Andrea di Capodarco. Purtroppo, una volta diventato maggiorenne, nel lasciare il Montessori di Fermo ha dovuto fare i conti, o meglio lo hanno fatto i suoi genitori per lui, con orari diversi che hanno impedito alla mamma di accompagnarlo nel capoluogo di provincia.

Al Montessori entrava alle 7.45, mentre a Sant’Andrea l’orario è quello delle 9.30. Io sono una dipendente pubblica, ma mio marito non riesce a trovare lavoro da 10 anni, anche se da 3 fa delle stagioni in un campeggio. D’altronde, a quell’età chi prenderebbe una persona costretta ad avere orari impossibili?”.

Da lì la decisione di richiedere un trasporto, che passa attraverso il Comune e, a cascata e con un accordo definito, ad una Pubblica Assistenza. Un trasporto che, come ci conferma Marina, è diventata una vera e propria croce. “Per 18 anni e mezzo Michel è andato al Montessori e ho fatto andata e ritorno sempre io, senza problemi. Da quando è diventato maggiorenne passando a Sant’Andrea, è subentrato il problema: prima mi sono dovuta convincere a lasciare mio figlio ad una persona che non lo conosceva – e in questi casi non è mai facile – poi abbiamo trovato i primi intoppi: abbiamo iniziato con la Croce Verde Valdaso, ma il giorno dopo vengo richiamata e mi dicono che il servizio non lo possono fare perché, da come mi era stato detto, la priorità veniva data ad alcuni casi oncologici”.

Punto e a capo, per Michel ma anche per la sua famiglia che però, dopo qualche mese, riescono a trovare un’altra pubblica assistenza. “Hanno fatto il servizio per due anni, fino al febbraio 2018, però di punto in bianco tutto si è fermato e sono stata 3 mesi senza nulla. In seguito è subentrata una terza pubblica assistenza. Io avevo chiesto il viaggio di andata e ritorno per tutti i ragazzi della Valdaso, ma mi hanno detto no: potevano fare solo l’andata, senza garantire il ritorno. Così avrei dovuto riportarlo io a casa e consideriamo che oggi mio figlio è alto 1.75 e pesa 70 chili. E penso di aver detto tutto”.

Ma dentro il finale di questa storia c’è la buona notizia che accennavamo all’inizio. O almeno sembra esserlo, per il momento. Nel pomeriggio di oggi, infatti, il presidente della Croce Verde Valdaso ha contattato telefonicamente Marina, dandole la conferma di una prova del trasporto che si farà da mercoledì 15 a venerdì 17 gennaio. “Un’ambulanza accompagnerà Michel a Fermo, insieme ad un altro ragazzo che frequenta lo stesso centro. Poi capiremo se la cosa è fattibile o meno”.

La speranza, quindi, c’è. E domani mattina la stessa mamma presenterà ufficialmente in Comune la richiesta, pretendendo però sia l’andata che il ritorno. “Ho sentito il sindaco di Lapedona e l’ho già avvisato. Devo ringraziarlo per essersi attivato, insieme al presidente della Croce Verde Valdaso. Tengo a precisare che nel denunciare il fatto non ho voluto incolpare nessuno: io non chiedo la luna, ma voglio che a mio figlio venga garantito un diritto. Il problema è mio e di mio marito, non è di nessun altro. Ed è un problema che per essere compreso va vissuto”.


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