Anziani, disabili e famiglie in difficoltà:
a tavola per socializzare
“Ma i trasporti restano un problema”

SOCIALE - Il punto di Sara Concetti, assistente sociale e coordinatrice del Servizio di Assistenza Domiciliare dell'Ambito XX, che vede coinvolti i Comuni di Monte Urano, Porto Sant'Elpidio e Sant'Elpidio a Mare

di Andrea Braconi

Igiene personale, cura degli ambienti domestici, accompagnamento e disbrigo delle pratiche, spesa sia medica che alimentare, somministrazione delle terapie. Sono alcune delle principali prestazioni contemplate dal Sad, acronimo di Servizio di Assistenza Domiciliare, al quale si affianca un significativo impegno sul lavoro relazionale e di sostegno, sulla limitazione dell’emarginazione e su una forte socializzazione.

Sara Concetti, 40enne assistente sociale, è la coordinatrice del Sad dell’Ambito Sociale Territoriale XX, che comprende i Comuni di Sant’Elpidio a Mare, Monte Urano e Porto Sant’Elpidio. Anziani, disabili sia fisici che psichici, ma anche famiglie in difficoltà, con un numero che varia dalle 70 alle 80 unità e delle fasce di età tra le più svariate: sono loro i destinatari del servizio, divenuto d’Ambito nel 2010. “Mentre prima ogni Comune si muoveva autonomamente, oggi abbiamo un unico servizio integrato”, spiega Concetti, introducendoci ad un evento come il pranzo sociale che, da ben 9 anni, le tre cooperative riunite in Ati (Nuova Ricerca Agenzia Res insieme a Cooss Marche e Asscoop) organizzano nella sede della Croce Verde di Porto Sant’Elpidio.

“All’inizio il nostro è stato un costruire relazioni e reti al di là del servizio ad personam. L’assistente domiciliare si reca a casa degli utenti e va a fare determinate prestazioni, previste da un regolamento; nella norma ogni famiglia si relaziona con l’assistente domiciliare e finisce lì. In questo caso, invece, abbiamo cercato di mettere insieme tutte le persone in carico a questo servizio dei tre Comuni dell’Ambito per aumentare la socializzazione, conoscersi e magari far scaturire amicizie tra chi abita vicino ma non si era mai incontrato”.

Con soli 5 euro a testa, viene fatta la spesa e si acquista anche un regalo finale per tutti, “un qualcosa da mangiare e da portarsi a casa”. A preparare i pasti sono delle volontarie, all’interno della cucina data a disposizione dalla stessa Croce Verde. Poi ci si trasferisce nella sala delle conferenze, per vivere questo importante momento di convivialità. “Di solito lo facciamo prima di Natale, ma questa volta è slittato a gennaio perché abbiamo avuto degli imprevisti. Come partecipanti nel tempo siamo passati dalle 40 alle 60 persone, un numero molto significativo.

A pranzo ci sono gli utenti, a volte i loro familiari, così come persone che erano del servizio, che una volta uscite si sono legate a livello relazionale e che vengono per il piacere di stare insieme. Ovviamente, ci sono anche le 11 assistenti domiciliari dei 3 Comuni, che aiutano anche in cucina. “Un grazie va alla Croce Verde, che ci ha aiutato con il trasporto di due persone in carrozzina, che altrimenti non avrebbero potuto partecipare”.

Ma proprio quella del trasporto è la prima difficoltà che si riscontra nell’erogazione del servizio, come specifica Concetti. “Fino ad oggi siamo riusciti a gestirci un po’ meglio quando abbiamo attivato il Servizio Civile del Comune o delle cooperative agganciato al Sad, con solitamente 2 o 3 volontari che andavano a casa degli utenti con macchina dell’ente o della cooperativa, facevano loro la spesa e li portavano a fare passeggiate fuori. Questo permetteva di muoversi e di spostarsi da un luogo all’altro”.

Diversamente, sono le assistenti ad accompagnarli, ma soltanto nel territorio dell’Ambito. “Da lì c’è stata una certa difficoltà. Ci ha aiutato l’Auser facendo dei trasporti, ma prima era un onlus e quindi era gratuita, adesso invece è passata al terzo settore e i trasporti si pagano. Prima era una minima cifra e le persone riuscivano, adesso è più complicato”.

L’obiettivo principale del servizio, tiene a precisare, resta quello di far rimanere le persone presso il proprio nucleo domiciliare, in modo che si sentano tranquille nel poter vivere nel proprio ambiente, con un sostegno da parte delle varie assistenti. “Tanti anziani soli e tante persone disabili spesso e volentieri riescono a rimanere a casa propria perché c’è questo supporto – conclude -, insieme ad altri servizi che vengono messi in rete per collaborare”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti