di Sandro Renzi
Lo spaccio di stupefacenti è senza dubbio tra i fenomeni criminali su cui si sono concentrati gli sforzi e le attività investigative messe in campo dalle forze dell’ordine tanto nella Provincia di Fermo che in quella di Macerata nel primo semestre 2019. E’ quanto emerge dal rapporto redatto dalla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. Il periodo di riferimento va da gennaio a giugno del 2019. I dati sono stati resi noti qualche giorno fa e sono parte integrante della Relazione che il Ministro dell’Interno periodicamente sottopone al Parlamento. Il particolare tessuto economico-produttivo delle Marche e la sua collocazione geografica contribuiscono ad attrarre gli interessi delle organizzazioni criminali rischiando di esporre la Regione a forme di infiltrazione mafiosa. L’obiettivo è il riciclaggio ed il reinvestimento dei capitali illeciti. Sebbene il territorio marchigiano non abbia offerto, nel primo semestre dell’anno passato, elementi di riscontro rispetto al radicamento delle tradizionali mafie nazionali, la DIA ha registrato comunque, come in passato, “presenze occasionali di affiliati”. Nel rapporto si fa riferimento in particolare a soggetti vicini a clan crotonesi di ‘ndrangheta.
“Nel tempo, sono state inoltre rilevate presenze criminali calabresi in varie province. In particolare, a San Benedetto del Tronto, di alcuni soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta del catanzarese; nella provincia di Macerata, così come nell’area di Fermo, alcune proiezioni riconducibili a cosche del crotonese; nella provincia di Pesaro Urbino, di ulteriori soggetti vicini alle cosche reggine“. Così si legge nel rapporto che viene redatto tenendo conto del lavoro svolto sul campo da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria.
Nelle province di Fermo e Macerata particolare rilievo assume quindi il fenomeno del commercio degli stupefacenti in mano alle mafie straniere. La gestione delle piazze di spaccio risulterebbe appannaggio soprattutto dei gruppi di origine africana. “In particolare, nella zona di Fermo operano soggetti criminali di origine marocchina mentre in provincia di Macerata risultano attivi gruppi di tunisini e nigeriani, ma anche pakistani e albanesi”. Il rapporto, per quanto riguarda l’analisi delle due province, prende le mosse dall’operazione conclusa dai Carabinieri di Fermo un anno fa, che ha portato all’arresto di 8 soggetti appartenenti a un sodalizio attivo nello spaccio di cocaina e marijuana nel capoluogo della quinta provincia. Nel corso della stessa attività sono stati, inoltre, sequestrati oltre 2 kg di cocaina e marijuana, unitamente a denaro contante e ad una pistola clandestina. Un’altra organizzazione questa volta capeggiata da un pregiudicato macedone, è stata scoperta ad aprile, sempre dai Carabinieri, nella provincia di Macerata. Lo straniero si avvaleva anche di soggetti minorenni per lo spaccio nei pressi di istituti scolastici.
“Ancora un’attività d’indagine, che ha visto anche in questo caso il coinvolgimento di stranieri, è stata conclusa, ancora una volta da militari dell’Arma, a Recanati. In particolare, 4 clandestini di origine pakistana provvedevano alla custodia, in un casolare isolato, della droga, in particolare di eroina con elevato grado di purezza. Analoghi sequestri sono stati effettuati in casolari situati nei territori di Civitanova Marche e Montecosaro” prosegue il report della DIA che accende i riflettori pure sull’operazione della Guardia di Finanza, che nel civitanovese ha messo a segno un maxi sequestro di circa 28 kg di marijuana e 3 di hashish. “Sempre nell’ambito dello smercio di stupefacenti, va richiamata anche l’operazione “Ares” conclusa con l’arresto a giugno di 52 soggetti, tra i quali figurano 2 residenti nelle province di Fermo e Ascoli Piceno e contigui al clan Nardino“. Non sono mancati, poi, casi di sfruttamento della prostituzione, che hanno coinvolto anche minorenni di origine africana. Nel mese di gennaio, i Carabinieri hanno scoperto a Fermo, una rete di prostituzione gestita da 4 soggetti di origine nigeriana (di cui 2 donne) e un italiano, con contatti diretti con la Nigeria. “Passando ad altri ambiti criminali, l’attività giudiziaria del semestre ha restituito riscontri di interesse, pur non direttamente collegati a sodalizi mafiosi, in relazione alla ricostruzione post terremoto che sta interessando le province di Ascoli Piceno e Fermo“. Anche qui, pertanto, si stanno concentrando le attività delle forze dell’ordine. Tornando ai dati regionali la DIA evidenzia che nel primo semestre sono state segnalate 25 persone con l’accusa di riciclaggio e 21 per impego di denaro, attività, e beni di provenienza illecita. Il fenomeno delle estorsioni è in preoccupante aumento. Sono oltre 200 i soggetti segnalati solo nei primi sei mesi.
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