di Andrea Braconi
Una commemorazione nel Giorno della Memoria iniziata con la lettura dei nomi delle 31 persone catturate il 4 maggio del 1944 e deportate qualche giorno dopo da Servigliano ad Auschwitz. È ancora emozionato Paolo Giunta La Spada, direttore scientifico della Casa della Memoria, che per l’occasione ha portato con sé un vaso di rame con delle “pietre della memoria” che, a turno, gli studenti di tre classi del Montani di Fermo e della sede di Agraria di Montegiorgio, i loro docenti ed il sindaco Marco Rotoni hanno posato sotto la lapide all’ingresso del Parco della Pace, in passato campo di detenzione e di prigionia.
Un momento dal significato non solo simbolico, che ha visto la partecipazione anche di una delegazione del comando di Fermo dei Carabinieri e della Polizia locale di Servigliano.
A seguire il trasferimento nell’aula didattica della Casa della Memoria, per una conferenza sull’ebraismo in Italia e nelle Marche tenuta proprio dal professor Giunta La Spada, con l’ausilio di 150 immagini frutto di ricerche d’archivio e di studio. Un lavoro, come rimarca il direttore scientifico, che illustra anche le diverse fasi delle persecuzioni che subirono gli ebrei, la nascita dei ghetti, le Bolle papali che condussero agli “auto da fè”, ai roghi, alle conversioni forzate. “Storia, religione, arte, economia e cultura di un’identità che rappresentava, e rappresenta, una straordinaria ‘diversità’ e ricchezza per l’Italia, ma che venne posta in uno stato di permanente inferiorità legalizzata. Ho anche presentato una rara analisi dell’iconografia anti-ebraica presente nell’arte italiana, che poi conduce, con la cura di ogni singolo dettaglio, all’epoca dell’unità d’Italia e al conseguimento della parità dei diritti per gli ebrei italiani. E poi al Novecento, al 17 novembre 1938, ai rastrellamenti, alle deportazioni, fino allo sterminio”.
Un percorso, aggiunge, che rientra negli obiettivi e nelle prerogative della stessa Casa della Memoria. “Il rischio più grande che c’è nel Giorno della Memoria è quello della saturazione in pochi giorni. Il secondo è quello di esprimere un generale cordoglio, senza essere capaci di riferirci alla storia, ai problemi e alle ideologie. Questo significa che non si può fare didattica della Shoah senza conoscere la storia della seconda Guerra Mondiale, quella del Novecento, del Mediterraneo e dell’Europa”.
Perché in qualsiasi momento di crisi spesso la carica aggressiva e le frustrazioni sociali venivano scaricate sulle minoranze. “Le conoscenze storiche sono patrimonio civile di tutti noi. Se conosciamo la storia e la sappiamo rivivere, riusciamo a trasmettere quelli che sono i contenuti di una cittadinanza attiva, fedeli al nostro dettato costituzionale”.
Giunta La Spada era stato anche protagonista dell’incontro tenutosi sabato al Museo Miti di Fermo, incentrato sul tema del razzismo. “Molti giovani seguono, per mera ignoranza oppure per un costume di malinteso anti-conformismo, le stesse ideologie che nel passato soppressero la pace e ogni tipo di libertà. Nell’Europa e nell’Italia di oggi si è diffusa un’acuta e drammatica perdita di memoria storica. I presupposti economici e sociali che condussero alle ideologie e alle dittature del Novecento sono in agguato anche oggi. Per questo sabato abbiamo raccontato che cosa è il razzismo, muovendoci tra la storia, le origini ed il suo sviluppo, i presupposti sociali ed ideologici, l’arte, la religione, la biologia ed il costume sociale”.
Gli eventi di celebrazione del Giorno della Memoria si concluderanno tra il 31 gennaio ed il primo febbraio. Venerdì, alle ore 16 e sempre nell’ex stazione di Servigliano, si terrà la conferenza “Le parole della memoria” con il segretario regionale del Mibact Marche Corrado Azzollini sul recupero in biblioteca dell’ex baracca del campo di prigionia CPG-59. In serata, al Teatro comunale, l’incontro “Bartali e Perlasca, i giusti” con la partecipazione di Gioia Bartali e Franco Perlasca, che la mattinata successiva saranno anche al teatro di Montappone per incontrare gli studenti delle scuole media dell’Isc di Falerone.
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