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La città abbraccia Eva Zamponi
“Il suo altruismo sia da esempio
per le nuove generazioni”

PORTO SAN GIORGIO - Cerimonia toccante stamane nella sala del Consiglio comunale per festeggiare i cento anni di Eva Zampoini, tra i fondatori dell'Avis di Porto San Giorgio. Fu un prima linea nel 1977 per soccorrere i carabinieri coinvolti nella sparatoria in cui morì l'appuntato Alfredo Beni.

Una cerimonia toccante, che ha unito il passato al futuro, l’amore per la famiglia e la dedizione verso gli altri alla donazione. Tutto questo incarna Eva Zamponi, figura storica della città, festeggiata stamane nella sala del Consiglio comunale. Cento anni ed un trascorso da donatrice Avis, la prima della città. Nonna dell’ex assessore comunale Paolo Pompei, nata a Piane di Falerone, all’età di 20 anni si era trasferita nella città rivierasca dove ha lavorato nel settore dei ricambi auto. Si è distinta da subito per essere una delle prime donne patentate delle Marche ma nel sociale l’impegno è davvero importante. Tra il 1970 e il 1989 si è alternata alla presidenza e alla vicepresidenza della sezione Avs di Porto San Giorgio diventando subito un punto di riferimento per i donatori locali, raggiungendo le 1000 adesioni sociali. Donatrice anche lei di sangue ha raggiunto il massimo delle onorificenze dell’Avis sino al Cavalierato della Repubblica.

Eva Zamponi

Nel 1977 si è distinta per l’impegno profuso dopo la sparatoria in cui venne ucciso, per mani dei brigastisti, l’appuntato Alfredo Beni. Eva, con la sua auto, fu in strada tutta la notte alla ricerca di donatori per salvare la vita dei carabinieri all’ospedale di Porto San Giorgio dove era stato ricoverato quello che oggi è l’unica medaglia d’oro vivente dei carabinieri, il generale Aiosa, riuscendo nell’intento. Ancora oggi il generale, nelle occasioni ufficiali non perde occasione di ricordala con tantissimo affetto. Moglie di Ivo Pompei, notissimo sangiorgese, pilota degli anni ’50 con partecipazioni alla storica mille Miglia, Eva è stata anche una componente del direttivo Aido negli anni ’80. Donatrice di organi, ha anche fatto parte dell’Unitalsi viaggiando sul ‘Treno bianco’ diretto a Lourdes. “Vorrei che non fosse solo un momento di auguri per i suoi 100 anni ma anche un momento in cui esprimere un sentimento di gratitudine per avere creato e dato sostanza all’Avis. Occasione per trasmettere alle nuove generazioni i valori che lei ha portato avanti”. ha detto il sindaco Nicola Loira. A testimoniare il ruolo che la signora Eva ha rivestito in città anche i rappresentati dell’Arma, della polizia locale e del Circomare. “Parlare di Eva significa parlare di famiglia e dell’importanza del dono” ha detto il presidente dell’Avis, Sandro Santanafessa “valori che ha tramandato a tutta la città“. Tante le testimonianze che ne hanno messo in luce l’alto senso dell’altruismo. Il saluto di Eva, che oggi vive a Civita Castellana e che per motivi di salute non ha affrontato il viaggio fino a Porto San Giorgio, è stato portato dalla nipote Patrizia Pompei. Attorno a lei  simbolicamente si è stretta tutta comunità sangiorgese. “Vorremmo che Patrizia portasse ad Eva il nostro caloroso abbraccio” ha detto l’ex presidente Avis, Pietro Dionisi. “Se oggi è motivo di orgoglio per tutta la comunità sangiorgrse poter vantare una dinamica e prolifica sezione dell’Avis, punto di riferimento per la sanità della Regione e per tanti cittadini che vedono nell’associazione un’ancora valoriale che resiste alle mode ed al tempo, il merito è soprattutto il tuo” ha scritto il primo cittadino in una lettera indirizzata alla signora Eva.

Sa. Ren.

 

 


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