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Assalto al portavalori, indagini
a tutto campo: prende corpo la pista pugliese

SANT'ELPIDIO A MARE - Lavoro a 360 gradi per individuare gli autori del colpo da oltre 100.000 euro davanti alle poste di Sant'Elpidio a Mare

di Pierpaolo Pierleoni

Un’indagine complessa, la consapevolezza di avere a che fare con una banda di professionisti che ha curato ogni dettaglio prima di agire, ma anche alcuni elementi preziosi per mettersi sulle tracce dei criminali. Il lavoro dei carabinieri sulla rapina da oltre 100.000 euro al furgone portavalori di sabato mattina a Sant’Elpidio a Mare prosegue a 360 gradi. Si stanno esaminando tutti i filmati delle telecamere, si sono raccolte le testimonianze di chi ha assistito al blitz, si cerca di ripercorrere ogni movimento effettuato dalla banda.

Gli elementi certi non sono molti: si sa che hanno agito in 4, tre in azione per accerchiare la guarda giurata del portavalori appena scesa dal veicolo più una persona al volante dell’auto. Si sa che hanno attraversato, tra le 8.10 e le 8.15 del 1 febbraio, la rotonda di via Tevere-via Angeli, presidiata dalle telecamere di videosorveglianza del Comune, per dirigersi poi verso strada Galilea ed abbandonare l’Alfa Giulietta usata per il colpo.  Si sa che avevano dei fucili a pompa, come raccontano i testimoni oculari, ma con ogni probabilità anche altre armi, perchè il bossolo rinvenuto nel piazzale di via Aldo Moro, segno tangibile dei colpi esplosi prima della fuga, è compatibile con una pistola.

La pista ritenuta più probabile dagli inquirenti è quella di una banda arrivata dal Mezzogiorno, verosimilmente dalla Puglia. Di certo, però, la rapina non è stata estemporanea, ma frutto di una prolungata fase di studio. I criminali conoscevano perfettamente orari ed abitudini della consegna del portavalori, aspettavano sul posto il furgone e sapevano dove si sarebbe fermato. Questo significa che qualcuno di loro frequentava già da qualche tempo il Fermano ed aveva studiato tempi e modalità del colpo, oppure che la banda poteva contare su qualche complice residente in zona.

L’identikit è ancora molto approssimativo. Il trio che ha prelevato un borsone di soldi davanti alle poste aveva il volto coperto da un passamontagna e dei guanti. A parte alcune grida, non sono state pronunciate frasi sufficienti a cogliere l’accento e la provenienza. Pochi elementi anche nell’abitacolo della Giulietta rinvenuta nelle campagne elpidiensi. Prima di abbandonarla è stato usato un prodotto per rimuovere le impronte. Da via Galilea, il quartetto dovrebbe aver proseguito fino a raggiungere il territorio di Porto Sant’Elpidio. Sembra verosimile che i banditi abbiano imboccato l’autostrada abbastanza rapidamente, prima di imbattersi in qualche posto di blocco. Si stanno quindi esaminando le telecamere del casello A14 e quelle delle vie in cui i malviventi potrebbero essere transitati in un lasso di tempo abbastanza circoscritto, così da individuare i veicoli sospetti.


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