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Campo di Servigliano monumento nazionale,
il grazie di Buondonno
a Verducci e al sindaco Rotoni

MEMORIA - Intervista all'insegnante, storico e uomo delle istituzioni che da assessore alla Provincia sostenne le iniziative del Comune e della Casa della Memoria: "I beni culturali non sono oggetti morti, sono vita civile, sono formazione e coscienza critica"

di Andrea Braconi

Si sono appena concluse le celebrazioni per il Giorno della Memoria, con tutto il Fermano segnato da iniziative dedicate alle scuole ed eventi nei maggiori teatri e contenitori culturali. Da insegnante, storico e anche uomo delle istituzioni (in passato aveva ricoperto il ruolo di assessore provinciale alla cultura), Giuseppe Buondonno non ha voluto far mancare il proprio contributo, partecipando ad un’importante serata nella sala consiliare di Monterubbiano (alla quale aveva preso parte anche il prefetto Vincenza Filippi) e ad un pomeriggio di riflessione sul senso della memoria organizzato dall’Anpi di Fermo.

“E’ un giorno importante – commenta – perché rappresenta un’occasione sia per far conoscere ai ragazzi una fase orribile della storia umana; sia perché le Istituzioni democratiche europee rinnovano un impegno di lotta contro il razzismo, il fascismo e l’antisemitismo; sia – e oggi direi soprattutto – perché è un’occasione per attualizzare i valori delle Costituzioni democratiche e fare i conti col riaffacciarsi allarmante di forme violente e neofasciste, ma, ancora, con gli effetti nefasti dell’indifferenza e della banalizzazione”.

Cosa ci ricorda la data del 27 gennaio?

“Che la storia è una materia incandescente e spesso tragica, di cui la banalità della cronaca, spesso, non ha coscienza. Poi è ovvio che una giornata non basta, è un lavoro costante, culturale, civile, politico”.

Nei giorni scorsi Mibact Marche, Casa della Memoria e Comune di Servigliano hanno annunciato un importante intervento all’interno dell’ex campo di prigionia, sul quale la Provincia di Fermo aveva fatto un importante investimento.

“Avendo contribuito con convinzione, da cittadino e amministratore provinciale, al recupero della stazione di Servigliano e alla nascita di quell’aula didattica multimediale sulla storia del campo di Servigliano (e ringrazio il sindaco che ha voluto ricordarlo), non posso che gioire per questa scelta che riguarda il recupero della ex infermeria del campo (una delle poche strutture rimasta parzialmente in piedi). E’ uno sforzo collettivo rilevante; del resto il Comune di Servigliano e la Casa della Memoria sono, non da oggi, protagonisti attivi dello sforzo di far vivere quella storia, come strumento del presente; l’impegno del MIBACT è fondamentale, anche per possibili ulteriori sviluppi.”

Anni fa avevate portato proprio a Servigliano diverse realtà europee che gestiscono luoghi della memoria della Resistenza civile.

“L’idea di una rete europea di queste realtà potrebbe oggi essere riproposta. La Casa della Memoria, le Istituzioni, l’Istituto fermano per la Storia della Resistenza hanno fatto un lavoro prezioso in questi vent’anni e anche più; questi passi ulteriori danno continuità e aprono prospettive nuove a quel lavoro e ciò ha un grande valore, per il presente e per il futuro. Mi sento di aggiungere che sarebbe importante che la Regione (visto che le Province, purtroppo, non hanno più questa competenza) assumesse con ben altra determinazione il sostegno a queste strutture, ma anche a biblioteche e archivi della storia contemporanea, e non solo su progetti, perché queste realtà hanno costi permanenti di gestione.”

Infine, la proposta di legge firmata dalla Senatrice Segre e dal Senatore Verducci (oltre che da tutti i capigruppo in Senato) affinché il campo di Servigliano venga dichiarato monumento nazionale.

“E’ una iniziativa importantissima e di grande spessore, per cui voglio ringraziare, da insegnante e da cittadino, Francesco Verducci. Hanno ragione: quello deve essere un monumento nazionale, per la storia che racconta al suo interno e per le esperienze di solidarietà e di resistenza che ad esso si legarono in tutta la Valle del Tenna e nel Fermano. Le due novità – a cui la Senatrice Segre aggiunge un valore inestimabile – sono il frutto di quel lavoro collettivo, ma anche della sensibilità culturale, personale e familiare di Verducci. Non sarebbe un provvedimento formale, ma foriero di progettualità concrete; come del resto fu evidente quando lui e Lara Ricciatti ci aiutarono a far sì che (era Ministro lo stesso Franceschini), l’Archivio Dondero venisse dichiarato ‘di interesse nazionale’. I beni culturali non sono oggetti morti, sono vita civile, sono formazione e coscienza critica; tutte dimensioni di cui c’è un bisogno crescente.”


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