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Cgil: ”Sul distaccamento sibillino
dei Vigili del Fuoco nessun
campanilismo, ma soluzioni efficaci”

SINDACATO - I membri della Confederazione Generale Italiana sul Lavoro, Renato Ripanti della funzione pubblica per il corpo in questione e Matteo Pintucci, segretario regionale per la stessa funzione pubblica precisano sulla questione: "La domanda pertinente non è dove sorgerà il nuovo presidio, ma che effetto avrà sul servizio di soccorso sui territori e le popolazioni. Servono scelte che vadano oltre le logiche elettorali"

Matteo Pintucci, segretario generale Fp Cgil Marche

“Occorre ponderazione, superando le logiche campanilistiche. La domanda più pertinente non è dove sorgerà il nuovo distaccamento ma che effetto avrà sul servizio di soccorso tecnico urgente che i Vigili del Fuoco garantiscono quotidianamente sui territori e alle popolazioni”.

Con queste parole Renato Ripanti, della funzione pubblica Cgil per i Vigili del Fuoco e Matteo Pintucci, segretario regionale per la funzione pubblica della stessa sigla sindacale aprono il testo di una specifica missiva nel merito della vicenda del distaccamento inerente la sede dei pompieri sibillini.

“Da 20 anni, seppur con alternanza, i vigili del fuoco sono presenti ad Amandola e nulla è stato fatto per dare loro una sistemazioni dignitosa: per rivalutare un nuovo assetto dei servizi occorre valutare la soluzione più idonea a garantire efficacia ed efficienza dei servizi in una logica sovraterritoriale”, continua in sindacalista.

“Certo tutto il territorio, in special modo il nostro entroterra, ha bisogno di infrastrutture, di presidi di sicurezza, di vicinanza, ma non è certo il campanilismo che migliorerà la situazione – incalzano -. Oltre all’annosa esigenza di rafforzare gli organici del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, occorrono scelte che vadano al di là di logiche legate al “ciclo elettorale”: non ci interessano le campagne elettorali e tanto meno il tifo da stadio, ci sta a cuore la sicurezza dei cittadini e quella dei colleghi soccorritori Vigili del Fuoco costretti oggi ad lavorare all’interno di container”, precisa Renato Ripanti.

“Su questo – chiude la lettera – occorre che la politica, le amministrazioni comunale e i vertici del corpo si interroghino, le sedi sono un presidio di sicurezza sul territorio, non strumento di singole amministrazioni Comunali.”


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