di Pierpaolo Pierleoni
E’ stata una seduta da oltre 5 ore, quella del Consiglio comunale di ieri sera a Porto Sant’Elpidio.Tanti i punti all’ordine del giorno, tra cui alcune mozioni su temi caldi della politica cittadina, portati dalle mozioni dei consiglieri di minoranza, che hanno scaldato il dibattito. La prima parte è stata tutta incentrata sulle aliquote per l’anno 2020 applicate dal Comune in vista dell’approvazione del bilancio di previsione. Confermata l’esenzione Irpef per i redditi inferiori a 12.500 euro; quanto all’Imu, alcune voci sono rimaste confermate rispetto a quanto previsto lo scorso anno, mentre ci sono alcuni ritocchi verso l’alto per quanto riguarda l’aliquota su chi concede immobili in comodato gratuito ai parenti, che sale all0 0,8, e per chi affitta a canoni calmierati, con una crescita a 0,65. Un incremento che dovrebbe rendere un aumento di gettito di circa 80-90mila euro.
TASSE
Alle perplessità della minoranza, che ha evidenziato l’aumento delle aliquote, la capogruppo del Pd Annalinda Pasquali ha replicato evidenziando “le tariffe più basse di Porto Sant’Elpidio rispetto a tutti gli altri comuni limitrofi”, citando i casi di Sant’Elpidio a Mare, Fermo, Porto San Giorgio e Civitanova Marche”. “Quando si propongon raffronti con le altre città si dovrebbe ricordare che Porto Sant’Elpidio ha un edificato mediamente più recente degli altri centri – nota il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli. quindi anche una base imponibile più alta. Questo significa che a parità di aliquota, nella nostra città la tassazione incide di più”. Secondo Alessandro Felicioni del Laboratorio civico, “discutere qui di decimi di punto e giocare con i numeri, quando non riusciamo a riscuotere dai grandi debitori del Comune cifre che rasentano i 2 milioni di euro,mi sembra solo un esercizio di stile”.
“Mettere la questione in questi termini è come parlare della pace del mondo. Il problema della riscossione dei grandi crediti ce lo siamo posti e ci sono infatti cause pendenti per riuscire a recuperare quelle somme. Non dimentichiamo che abbiamo lasciato invariate voci che incidono sui bilanci delle famiglie, come mense e trasporti scolastici”. Felicioni ribatte e incalza sulla Fim: sul pagamento dell’Imu arretrata la querelle è arrivata fino in Cassazione. “Concordo che incassare quelle somme non sia facile. Ma quando qualche cittadino mi chiede come mai non riusciamo a riscuotere quei tributi, è difficile spiegargli che lo stesso soggetto con cui è in piedi un contenzioso per pagare le tasse, dovrebbe realizzare un progetto di bonifica più riqualificazione dell’area da 80-90 milioni di euro”.
CASA DI RIPOSO
Più pacati i toni sul riconoscimento dell’interesse pubblico per il passaggio da struttura recettiva a casa di riposo per il Residence Nazionale, sulla Statale 16 nella zona nord. Tocca al vicesindaco Daniele Stacchietti rimarcare la positività dell’operazione che ospiterà 52 persone autosufficienti, con riserva di 2 posti al Comune per ospitare persone in difficoltà. Dalla minoranza toni concilianti, ma si rimarca che la reale esigenza sarebbe quella di dare una risposta all’esigenza di posti per non autosufficienti.
SCOGLIERE
Dibattito che si accende per una mozione di Marcotulli sulla difesa della costa, dove si evidenzia la discordanza tra il cronoprogramma del Comune, che prevede di iniziare le scogliere nel 2021, e le risorse nel bilancio della Regione, che arriveranno per la parte più corposa sono nel 2022. “Impossibile chiedere di allineare le risorse della Regione in mancanza di un progetto definitivo che dovrà confermare nel dettaglio tempi e costi. Farlo in questa fase sarebbe un atto improvvido”. “Avrei apprezzato più onestà intellettuale, dovete avere il coraggio di dire ai balneari che quest’opera essenziale per la costa non partirà prima del 2023” ribatte Marcotulli. Andrea Putzu parla di “operazione propaganda, come la promessa di inserire le risorse per la difesa nella costa nei fondi per l’area di crisi calzaturiera”. Stacchietti conferma la convinzione che “nel 2021 le scogliere partiranno, dove non arriva la Regione compirà uno sforzo il Comune e sono certo che i cittadini lo approveranno”. Un passaggio su cui Marcotulli torna alla carica: “La Regione metterà 4,5 milioni di euro solo nel 2022, il progetto preliminare prevede per il primo stralcio delle scogliere 7,8 milioni di euro. Temo che la dirigente al bilancio avrà un mancamento nel sentir dire dal vicesindaco che il Comune accenderà un mutuo da oltre 3 milioni per andare a realizzare un’opera di competenza esclusiva della Regione”.
EX GIGLI
E’ la volta dell’ex cineteatro Gigli, su mozione della capogruppo del Movimento 5 stelle Moira Vallati, che torna sul costo per l’acquisto dell’opera. “E’ comprensibile la posizione del privato, che persegue naturali logiche di profitto – nota la consigliera pentastellata – Il Comune si adagia supino sulla sua posizione. Anche se il parere dell’Agenzia del demanio non è più vincolante, non si può fingere che non esista, perchè è espressamente previsto nel contratto preliminare di vendita. In una seduta in cui parliamo di aumento dell’Imu e difficoltà di effettuare gli interventi programmati, l’Aministrazione va avanti nell’intenzione di spendere per l’ex Gigli 440.000 euro più del dovuto”.
Sulla stessa linea Felicioni: “Nel momento in cui nel contratto si prevedeva il parere del Demanio come elemento essenziale, il fatto che la legge non lo renda più vincolante non ha importanza. Riteniamo che il contratto potrebbe anche essere nullo. Di questa compravendita abbiamo interessato la Corte dei conti”. Il sindaco Nazareno Franchellucci torna ad evidenziare “oggettive incongruità nel parere del Demanio, sul quale abbiamo chiesto chiarimenti. Ci hanno risposto con una paginetta che rende impossibile capire le motivazioni della valutazione effettuata. Noi abbiamo convocato il proprietario dell’ex cineteatro chiedendogli di firmare ad una somma di 1,5 milioni: ci ha detto di no. I matrimoni si fanno in due, se la sposa dice di no, posso chiamarla all’altare anche 100 volte. Noi invece vogliamo che questo matrimonio si compia. Se come dice l’opposizione avessimo voluto regalare al privato 440.000 euro, lo avremmo già potuto fare. Invece abbiamo chiesto una stima all’Agenzia delle entrate, ente principe per l’effettuazione di queste valutazioni”.
Per Marcotulli, tornando alla metafora delle nozze, “questi fidanzati non sono affatto in buoni rapporti come ci volete far credere e la sposa ci sta tenendo sotto scacco”. Felicioni vede invece “un divorzio, più che un matrimonio. Qui la coppia è già scoppiata e dobbiamo evitare che ci chiedano gli alimenti”. La capogruppo del Pd Pasquali si dice “offesa dai toni e dalla requisitoria nei confronti dell’Amministrazione, non accetto questi sospetti sulla legalità e la correttezza del nostro operato”.
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