Spazi di Fraternità, una serie di incontri sulla spiritualità e la condivisione, che mira a promuovere prospettive d’impegno e di coinvolgimento in questo tempo storico e nelle comunità d’appartenenza. Il primo incontro si è svolto il 26 gennaio scorso, a Fermo, nella parrocchia di San Marco alle Paludi ed ha avuto come spunto di riflessione un tema sull’Economia.
Il professore Roberto Mancini, docente di filosofia all’Università di Macerata, ha condiviso la sua prospettiva: “Ci siamo ritrovati in tanti, accompagnati da tisane, biscotti e cioccolata fair trade, per ripartire dal semplice stare insieme, per ricordarci che vivere è convivere. Economia è la parola chiave di partenza. Parola oggi imprigionata nell’illusione che sia necessario il perdurare dei meccanismi che stanno alla base dell’egemonia finanziaria, delle borse, del denaro che si riproduce da solo. Parola che invece, nel suo significato più profondo, è bellissima e può essere tradotta come giustizia che presiede e provvede all’organizzazione della casa comune. Trasformazione è subito dopo la parola necessaria. Cambiare forma alle realtà con cui siamo in relazione. Perché la creatività e l’operosità siano liberate dalle caselle predisposte per le ‘risorse umane’ e per il ‘costo del lavoro’ e tornino ad essere gli strumenti per poter fare la propria parte, per contribuire al bene di tutti.
Perché la Terra non sia soltanto l’ambiente in cui abitiamo ma possa essere chiamata di nuovo Madre e Sorella. In varie parti del mondo sono fioriti e fioriscono modelli sperimentati che cercano di radicarsi su scala più ampia e di riposizionare al centro dell’economia l’etica, l’uomo, la comprensione che la qualità della convivenza si eleva per tutti dal momento in cui diventa capace di arrivare fino agli ultimi, fino alle periferie dell’esistenza.
Ognuno di noi, dinanzi all’angoscia di morte, inevitabilmente è chiamato ad una scelta fondamentale: se interpretare la vita come abbandono o come dono. Nel primo caso dalla morte non c’è ritorno, e l’angoscia può essere solo nascosta dal soddisfacimento dei nostri bisogni e desideri. E’ un mondo in cui ognuno mette al centro se stesso ed è obbligato ad accumulare ricchezza, ad aderire ai meccanismi di potere per difendersi da un ambiente ostile e per sopravvivere anche sfruttando il prossimo. Se invece ci mettiamo in contatto con quella fonte di bene che non dipende da noi e dalla quale però attingiamo gratuitamente la vita, allora scopriamo una qualità di esistenza che ha valore e sopravvive nonostante la morte, che è capace di guarirci e di guarire.
In questa prospettiva si impara a dare e a ricevere senza la paura di perdere, l’eternità si attualizza nel presente, la felicità si libera dalle contingenze. Si avvera il passaggio dall’io al noi, dalla frammentazione all’essere in comunione. Gli imperi crollano. Le economie cambiano forma. L’umanità con il suo bisogno di umanità, resta. E sentirci partecipi della nascita di una società futura, di una giustizia che non sia peso ma il nome plurale della libertà, ‘Dipende dal Noi’.
Il 16 febbraio ci sarà il secondo momento di confronto e scambio sulla parola ‘LAVORO’ con Natale Bresciani, monaco camaldolese. Il ritrovo è presso i locali della Parrocchia di San Marco alle Paludi.
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