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Il neo commissario Legnini:
«Valorizzare il ruolo dei sindaci
e velocizzare la ricostruzione»

INTERVISTA - Ieri la nomina, succede a Piero Farabollini. «Sono consapevole della sfida che ho di fronte e dei problemi da affrontare. Il mio metodo sarà: dialogo, confronto e massima collaborazione con i primi cittadini»

 

Giovanni Legnini

 

di Monia Orazi

«Valorizzare al massimo il ruolo dei sindaci, dialogo, semplificazione e velocizzazione della ricostruzione, per permettere alle comunità di risollevarsi». Sono queste le prime parole, rilasciate in un’intervista a Cronache Maceratesi, del nuovo commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, 61enne che succede al geologo Piero Farabollini. Resterà in carica sino al 31 dicembre 2020, data in cui cesserà lo stato di emergenza. Un mandato il suo iniziato nel giorno di San Valentino, preceduto da un lungo curriculum politico, ex sottosegretario di Stato all’economia ed all’editoria, senatore del Partito democratico, consigliere regionale in Abruzzo, magistrato che ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Csm, ex sindaco del paese dove è nato Roccamontepiano (Chieti). E’ avvocato e docente universitario in aspettativa di materie giuridiche ed economiche. Ha scritto pubblicazioni sulle autorità indipendenti, sulla tracciabilità bancaria, sulla Protezione civile, sul ruolo sociale dei magistrati, la mediazione tributaria, pubblicazioni divulgative su Borsellino, Falcone e l’antimafia ed altri argomenti.

Lei è il quarto commissario a seguire la ricostruzione post sisma 2016, sente la responsabilità di questa nomina?

Sono consapevole della sfida che ho di fronte e della complessità dei problemi da affrontare, sono onorato per il mandato ricevuto e la fiducia che questo governo mi ha dato. Posso solo dire da subito quale sarà il mio approccio di metodo: ci sarà molto dialogo, confronto, collaborazione massima con i sindaci, che sono consapevole stanno vivendo forti difficoltà, un dialogo ed un leale confronto con i presidenti delle quattro regioni che sono i vicecommissari, con i cittadini le associazioni di categoria, tecnici, struttura commissariale, Governo e palramento, tutti gli attori coinvolti nella ricostruzione, con il massimo spirito di collaborazione.

Quali sono le prime azioni che intende intraprendere?

Gli obiettivi da ottenere sono velocizzazione e semplificazione nella ricostruzione, garantire prospettive di lavoro e sviluppo per consentire alle comunità di risollevarsi, ma non entrerò nel merito delle azioni che intendo intraprendere, sino a quando non mi sarò insediato ufficialmente. Deve ancora arrivare il mio decreto di nomina, conosco diverse questioni, ma sino a quando non avrò preso contatto con la struttura commissariale sarebbe presuntuoso farlo. Sono abituato a parlare solo di cose che conosco.

Lei viene da una Regione devastata dal sisma 2009, come intende affrontare il suo ruolo alla luce di quella esperienza?

Ho esercitato la delega alla ricostruzione dell’Aquila e del cratere per un periodo, occupandomi direttamente delle diverse questioni, seguendo il tema anche in dieci anni di attività parlamentare, ma non farò dichiarazioni programmatiche. Ciò che inizierò a fare già dalle prossime ore è interloquire con il mio predecessore Piero Farabollini, la struttura commissariale ed il governo per avviare le operazioni propedeutiche al mio insediamento. Al più presto andrò nei territori, per rendermi conto direttamente della situazione.

Nelle Marche si parla ancora della ricostruzione post sisma 1997, come di un modello virtuoso in cui i territori sono stati protagonisti, rispetto alla governance attuale che è maggiormente centralizzata. Pensa che si possa tornare parzialmente a quel modello?

Posso solo dire quella che al riguardo è la mia personale opinione, di valorizzare al massimo il ruolo, le funzioni ed i poteri dei sindaci e degli enti locali, con cui intendo avere dialogo e confronto. Ci sarà modo di entrare nel cuore dei problemi una volta che mi sarò insediato ed avrò direttamente preso cognizione di tutto.

 


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