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Commercio, l’affondo di Tulli:
“Il maggior calo nel centro storico:
politica fallimentare dell’amministrazione”

FERMO - Il capogruppo della Lega: "Non meglio va il turismo: per il 2018, nella provincia di Fermo, ci sono stati 172.772 arrivi, con una flessione del 14,23% sul 2017, nonostante il decantato aumento di ricettività"

Gianluca Tulli

“Finite le feste emerge l’amara verità”. Inizia così, con queste parole, l’affondo del capogruppo consiliare della Lega, Gianluca Tulli che oggi attacca l’amministrazione sul fronte ‘commercio’.

L’Ufficio Studi Confcommercio ha evidenziato un calo delle imprese operanti nel commercio al dettaglio proprio nel centro storico di Fermo. Infatti, le imprese commerciali sono scese da 111 nel 2008, a 99 nel 2016, a 93 nel 2019. Il dato è molto rilevante se confrontato con quelli relativi alle imprese commerciali operanti nel commercio al dettaglio al di fuori del centro storico, dove le attività sono passate da 284 nel 2008, a 288 nel 2016, a 279 nel 2019.
Il confronto rende evidente che il calo maggiore si è avuto proprio nel centro storico, dove l’attuale amministrazione ha concentrato la sua politica quinquennale di feste, concerti, sagre e quant’altro, con un investimento cospicuo nei 5 anni trascorsi, grazie anche ai milioni incamerati con la vendita del 49% della Solgas. Dunque una politica largamente fallimentare se si considera che quelle ingentissime risorse pubbliche, anziché essere spese per l’intero territorio fermano, in special modo per le periferie, a cui sono state destinate risorse solo per l’ordinaria amministrazione, hanno determinato, come risultato, una diminuzione delle attività commerciali di oltre il 16%.
‘Panem et circenses’ è funzionale ad accaparrare voti e clientele ed ottenere visibilità, ma in seguito la realtà emerge impietosa.
Ormai è chiaro che al pari di quei cartelloni colorati che nascondono le numerose vetrine chiuse del corso principale della città, anche l’afflusso di visitatori nella piazza è stato soltanto un’operazione di maquillage che ha nascosto per cinque anni la realtà economica in continuo peggioramento. Un maquillage, però, costosissimo, finanziato con denaro pubblico e che non ha portato alcun reale beneficio al centro storico, tanto meno agli altri quartieri che sono stati trascurati.
Ci corre quindi l’obbligo, sottolineare ancora una volta che iniziative estemporanee e fini a se stesse non hanno effetto alcuno sul lungo periodo per valorizzare la città e risollevarne l’economia che continua, invece, a perdere imprese e lavoro.
Non meglio va il turismo: per il 2018, nella provincia di Fermo, ci sono stati 172.772 arrivi, con una flessione del 14,23% sul 2017, nonostante il decantato aumento di ricettività.
Fermo deve risollevarsi dall’inconsistenza in cui l’ha confinata lo sterile civismo al pari della precedente sinistra di cui l’attuale sindaco era il vicesindaco. Rilanciare la città attraverso un programma strutturale e non attraverso iniziative estemporanee, proiettarla verso il futuro e affermare con determinazione la centralità di Fermo in provincia e in Regione rientrano nelle priorità del programma Lega”.

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