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“Il Radiomobile costretto a usare
anche una Punto” la denuncia del Sim

FERMO - Il sindacato italiano militari carabinieri solleva questioni relative ai mezzi in dotazione al Nucleo Radiomobile di Fermo


“L’eccessiva burocrazia è uno dei mali dell’era moderna e, come paventato dal sociologo Max Weber più di un secolo fa, “il processo irreversibile di burocratizzazione universale…tende ad imprigionare gli uomini in una rete di regole minuziose ed a sottometterli alla potenza anonima, irresponsabile e ogni giorno più necessaria degli apparati burocratici”. Al punto tale da poter rendere probabilmente non efficiente come potrebbe un intero reparto come sta accadendo a Fermo”.

E’ la denuncia del Sim, sindacato italiano militari carabinieri delle Marche, che di recente si è costituito anche con il ‘provinciale’ fermano.

“Componendo il 112, numero unico per le emergenze a tutti noto, l’operatore risponde e, a seconda della situazione, attiva le ‘gazzelle’ del Radiomobile dei carabinieri, così definite per la loro velocità. Il reparto Radiomobile ha una lunga storia che vede la sua istituzione nel 1948, per poi arrivare negli anni ’70 a dotarsi sempre di autovetture veloci: dalle Giulia alle Alfetta fino ai giorni nostri con le varie Giulietta, Alfa 159, Giulia, Seat Leon e Bravo, tutte vetture contraddistinte per la velocità e rapidità d’intervento. Sì, perché essere tempestivi è la priorità assoluta. In pochi minuti si decide la vita di una persona oppure si riesce ad assicurare alla giustizia un pericoloso malvivente. Ecco appunto: rapidità ed efficienza. Tutte belle parole che tali rimangono perché nella città di Fermo, dotata di un comando provinciale ma, di fatto, rimasta quasi con gli organici della vecchia compagnia, il Nucleo Radiomobile, per coprire due dei quattro turni giornalieri, è costretto ad uscire con una Fiat Punto. Avete letto bene: Fiat Punto, che di certo non è una vettura veloce. E non basta, ci sono vetture prossime ai 300.000 chilometri che invece di essere sostituite con vetture a noleggio, sicuramente più efficienti ed anche più economiche, vengono riparate con il conseguente cadenzato e prevedibile ritorno in officina per costanti nuovi problemi.


Come non segnalare l’insufficienza di uomini e mezzi di un reparto? Come non segnalare il malessere del personale altamente specializzato, che viene così demotivato per le condizioni in cui deve operare?
Non siamo noi a decidere, però vogliamo esternare il disagio dei colleghi che, giorno dopo giorno, devono confrontarsi non solo col fattore economico, con risorse e indennità accessorie ferme dal 2002, ma anche con equipaggiamenti e materiali. Come, inoltre, non segnalare le perplessità di una realtà che dovrebbe essere l’eccellenza dell’Arma. Qui non si tratta di fare sterili polemiche ma di fatti concreti e documentabili. Vediamo cosa succederà, per ora il Nucleo Radiomobile di Fermo gira in Punto”.


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