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Rottura totale tra Pd e Dipende da Noi:
“Dietrofront inspiegabile”
“Siete un partito chiuso”

POLITICA - Il vice segretario regionale Alessandrini ripercorre i contatti avuti con il movimento ("Avevamo concordato un percorso"), che però replica: "Mangialardi rappresenta la perfetta continuità"

di Andrea Braconi

Il movimento Dipende da noi, con una nota che non lascia spazio ad interpretazioni (LEGGI QUI), si sfila da un’eventuale convergenza con il Pd per un candidato unitario. Ma gli accordi, secondo Fabiano Alessandrini, erano altri. Quali fossero questi accordi è lo stesso vice segretario regionale dei dem a spiegarlo. “Qualche settimana fa ci hanno cercato, chiedendoci un incontro con Gostoli. Abbiamo avuto questo incontro anche alla presenza del loro candidato, il professor Roberto Mancini, e di altri. Loro sapevano i nomi che avevamo in campo, compresi Mangialardi, Longhi e altre figure. E piacciano o non piacciano, i nomi erano questi. Ci hanno chiesto di questioni programmatiche, come la sanità pubblica, e abbiamo accolto questo percorso”.

Al di là di chi abbia effettivamente chiesto questo famigerato incontro (elemento non secondario, ma con Dipende da noi che ha già dato una versione diversa sull’accaduto), qualcosa però sembra essersi rotto dopo l’uscita dello stesso Alessandrini al termine della direzione regionale del Pd (LEGGI QUI). “Avevamo concordato anche questo, prima di rivederci per discutere – insiste Alessandrini -. E invece fanno uscire un comunicato stampa di quel tipo, facendo dietrofront? L’affidabilità prima ce n’era poca, adesso ancora meno”.

Ma dal fronte opposto – come prevedibile – la risposta è altrettanto netta. “Abbiamo posto, come condizione per discutere, che quantomeno il candidato dovesse essere civico e che ci fosse una netta discontinuità con i metodi e i contenuti del governo regionale uscente. Invece il Pd ha tirato fuori dal cilindro Mangialardi, che rappresenta la perfetta continuità e la chiusura dentro logiche puramente di partito”.

Posizioni inconciliabili, quindi, che avranno sicuramente ulteriori ripercussioni lungo l’impervia strada per il Centrosinistra – considerata la forza non solo numerica di Acquaroli – che conduce alle elezioni per la scelta del nuovo presidente della Regione.

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