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Emergenza Covid-19 nelle Marche,
l’allarme degli asili nido privati
“Subito aiuti o rischiamo la chiusura”

SCUOLA - Sono 130 le realtà marchigiane che si sono unite per sollevare la problematica. Chiesto un incontro al presidente Ceriscioli

di Andrea Braconi

Sono circa 130 gli asili nido privati marchigiani che, in maniera spontanea, si sono riuniti in una chat WhatsApp e stanno sollecitando le istituzioni sugli enormi rischi di natura economica legati all’emergenza Coronavirus. Lara Menghini, titolare di un centro per l’infanzia con 4 sedi nella provincia di Fermo, che vede impegnate 17 educatrici e oltre 100 bambini iscritti, rimarca con forza come il loro sia un allarme lanciato da tutte le strutture (compresi nidi domiciliari e cag), nato anche chiedendo aiuto agli stessi genitori. “Purtroppo siamo tutti nella stessa barca” spiega.

A destra: Lara Menghini

Qual è il rischio maggiore in una fase così complessa e che vi vede giocoforza fermi?

“Essendo la chiusura inizio mese non sono entrate le rette perché i genitori, giustamente, non portando il bambino all’asilo e dovendo pagarsi la babysitter, i soldi o li metti da una parte o da un’altra.

E quindi non entrando le rette?

“Per il mese di febbraio non ci sono i soldi delle dipendenti. Tutte le nostre realtà vivono di mese in mese con le rette: questa non è un’attività che ti permette di avere grandi margini di lucro, perché le normative sono molto stringenti. Se tu hai una struttura, hai la possibilità di accogliere i bambini in base ai metri quadri disponibili, garantendo 8 metri quadri a bambino. Le nostre, ad esempio, che sono di 200 metri quadri, possono accogliere 25 bambini. Inoltre, ogni 7 bambini serve un’educatrice. È come se ad un supermercato mettessimo un tornello dicendo che ogni giorno non può servire più di 50 clienti, oppure non facessimo prendere una commessa in più ad una fabbrica: sarebbe impossibile. Quindi, noi viviamo coprendo le spese, il che ci rende tranquille, avendo scelto questo lavoro consapevoli di queste limitazioni con uno stipendio dignitoso per noi e per le nostre collaboratrici.”

Adesso, invece, cosa succede?

“Succede che siamo tutte in grande difficoltà: ci sono gli affitti da pagare, i contributi delle dipendenti, i prestiti bancari che abbiamo preso ed altro ancora.”

Un quadro piuttosto preoccupante, insomma.

“Il Governo si preoccupa del comparto del turismo, ma il loro calo è conseguente. A noi ci hanno obbligatoriamente chiuse e siamo certe di non avere entrare, non è una conseguenza. Per questo ci siamo indignate perché il sostegno viene sì dato alle famiglie per pagare la babysitter o rimanere a casa in congedo parentale, dimenticando però il nostro settore.”

Un’indignazione, la vostra, che si traduce in quali proposte concrete?

“Stiamo cercando più che altro di far presente un fatto: supponiamo che la scuola rimarrà chiusa tutto il mese, che ci saranno ripercussioni anche per il prossimo mese e quasi sicuramente qualche struttura si troverà a chiudere. Noi abbiamo già ricevuto mail di ritiro definitivo dei bambini dall’asilo. La nostra è una struttura abbastanza grande, ma immaginiamone una che ha solo 18/20 posti.”

Non reggerebbe.

“Esatto, ma il problema qui diventa sociale: nel periodo di crisi chiudono il 30% degli asili, ma finita questa fase i bambini dove andranno, visto che lo Stato non ha nido a sufficienza per la richiesta che c’è? Se dovessimo chiudere noi cosa farebbero tutte le 100 famiglie del Fermano? Nel frattempo ci stiamo dando da fare con gli ammortizzatori sociali, stiamo ragionando con i proprietari per l’affitto, ma soluzioni in tasca non ne abbiamo. Ci è piaciuta però la proposta della Regione Liguria, con 500 euro una tantum a famiglia. Rimane una sorta di finanziamento indiretto all’asilo e nello stesso tempo la famiglia recupera quei soldi”.

Nel frattempo avete contattato diversi rappresentanti istituzionali delle Marche.

“Proprio stamattina sono stata contattata da Romina Pergolesi del Movimento 5 Stelle che ci ha fatto da tramite con il presidente Ceriscioli, il quale si è reso disponibile ad incontrarci. Nel frattempo come gruppo asilo stiamo buttando giù una lettera da presentare alla Regione, con la quale chiederemo ufficialmente l’incontro con il presidente. Abbiamo anche informato l’assessore al Bilancio Cesetti e contattato il senatore Verducci, la presidente della Provincia Canigola e tutte quelle figure che in qualche modo possono dare risalto a questa problematica.”


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