di Paolo Gaudenzi
FERMO – In tempo di coronavirus e di un’Italia vista oltre confine, a torto, con occhio decisamente travisato, la Patria, e non da meno la nostra provincia, si è presa una piccola rivincita morale dal tono internazionale.
Tutto ciò grazie a Matteo D’Ottavio, nato a Fermo trentaquattro anni fa, diplomato presso l’istituto alberghiero prima e laureato all’università di Bologna poi in Tecnologie Alimentari. Da cinque anni vive e lavora a Londra, precisamente presso il caffé WatchHouse.
Matteo, grazie dunque alle abilità acquisite tra gli anni di studio e l’effettiva pratica sul campo, ha recentemente portato a casa il “The Brewers Cup“, una competizione allestita, per il caso in esame, a livello nazionale e basata sulla realizzazione di caffé su filtro. Trattasi di un particolare metodo di preparazione diffuso nei paesi nordici, negli Stati Uniti e presso le aree asiatiche, che di recente ha iniziato a manifestare interesse anche dalle parti di casa nostra.
Le bevande sono così state erogate dai concorrenti tramite i cosiddetti metodi manuali “pourover”, ovvero con sistemi di filtrazione dove il barista versa l’acqua calda sulla polvere di caffè (in alcuni casi le miscele aromatiche raggiungono un valore economico non indifferente) trattenuta da un filtro. I partecipanti, da regolamento, erano chiamati a preparare tre bevande a testa da servire ad altrettanti giudici sensoriali, cercando di ottenere buon caffè preparato secondo gli standard misurati infine con il ‘refrattometro’.
“Per l’edizione brittanica, inserita nel contesto del World Brewers Cup, potevano essere selezionati solo ventiquattro concorrenti – ha dichiarato Matteo da oltre la Manica -, al primo step ne sono stati eliminati la metà, dei restanti dodici ne sono poi rimasti solo sei, coloro che hanno quindi avuto accesso alla finale. Un percorso iniziato lo scorso 13 febbraio, con semifinale svolta mercoledì 4 marzo, e l’epilogo vincente avvenuto il giorno dopo, dunque giovedì 5″.
“Grazie al successo in terra inglese, a maggio potrò volare in Australia per rappresentare l’Inghilterra ai relativi campionati mondiali di categoria – ha continuato raggiante il nostro conterraneo -. Per questo prestigioso traguardo raggiunto, e gli stimolanti risvolti futuri, ringrazio sia il WatchHouse che tutta la squadra, pronti ad aiutarmi nell’ottenere questi fantastici risultati”.
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