Nell’anno della promozione in serie B Ulderico Catalini insieme al nuovo segretario Uberto Frenquellucci e al custode dello stadio Giuliano Ferroni
di Paolo Bartolomei
FERMO – Di solito gli articoli celebrativi si fanno per i presidenti, per i giocatori, soprattutto i bomber, o al massimo per un direttore sportivo vincente. A volte per i tifosi. Di sicuro mai per chi sta “dietro le quinte”, come i segretari.
Questa volta facciamo un’eccezione, perché Ulderico Catalini, che oggi compie 92 anni, non è stato un segretario qualsiasi. Nonostante abbia terminato di collaborare con la Fermana quasi venti anni fa, è quello che forse tutti ancora oggi ricordano meglio.
Passione e abnegazione lo hanno tenuto nelle segrete stanze gialloblù ininterrottamente per più di trent’anni, una longevità che ha pochi eguali, ma da sole forse non sarebbero bastate se non si fossero unite alla mitezza e all’umiltà, doti che gli hanno reso possibile “resistere”, senza fare una piega, con presidenti vulcanici come Luciano Balestrini e Giacomo Battaglioni, accanto ai quali pochi collaboratori sono riusciti a rimanere a lungo.
Eh si, perché Catalini iniziò a collaborare in segreteria addirittura nel lontano 1970/71, poco dopo dell’arrivo alla guida della Fermana di “panzetta”: sostituì il dimissionario Valentino Montelpare che – manco a dirlo – era entrato subito in contrasto con il nuovo patron.
Catalini invece è andato d’amore e d’accordo con tutti i presidenti, giocatori, tifosi e anche con la stampa, non negava mai un favore quando poteva. Accanto a lui in tre decenni si sono avvicendati decine di dirigenti e collaboratori che andavano e venivano, come in una stazione ferroviaria, e lui sempre lì a fare il capostazione.
Gino Catalini, cugino di Ulderico, si è occupato per alcuni anni del settore giovanile della Fermana fino a che non se n’è andato, anche lui per “divergenze” con Balestrini.
Senza che nessuno glielo chiedesse, Ulderico ha conservato decine, forse centinaia, di tesserini dei calciatori e preziosa documentazione di segreteria utile per ricostruire la storia del sodalizio gialloblù, c’è anche una lettera della Juventus con la firma dell’avvocato Gianni Agnelli.
Qui insieme ai due presidenti Battaglioni e Belleggia. Dietro si riconoscono i giocatori Di Fabio, Benfari e Pandolfi; in primo piano il piccolo Vittorio Di Fabio, figlio di Guido
Ha insegnato educazione tecnica alla scuola media Ugo Betti di Fermo, era talmente buono che quando sequestrava agli studenti le figurine dei calciatori non le consegnava mai alla preside ma le ridistribuiva a chi ne aveva bisogno per completare l’album. Anni fa ha sconfitto una malattia rara che sembrava non dargli scampo, talmente rara che lo ha portato ad entrare in contatto con medici di mezzo mondo, fino a Chicago.
Oggi che la segreteria non è più la sua seconda casa, che la Fermana non è più la sua seconda famiglia, lo festeggiano la figlia Patrizia, il genero Roberto e soprattutto i nipoti Alessandro Ludovico e Rachele. Auguri Ulderico !
Fotogallery
Insieme a Paolo Belleggia
Festeggiato oggi dalla moglie e dal figlio dell’ex segretario generale della Fermana, Valerio Vallerani
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