Campeggi e spazi Asur per emergenza Coronavirus, Terrenzi: “Bocciata la mia proposta, ci può stare”

SANT’ELPIDIO A MARE – "Quando parlo dell’uso di un campeggio per ospitare le persone risultate positive al Covid-19 intendo quelle che non hanno bisogno di assistenza medica e che attualmente sono a casa perché asintomatiche"

Alessio Terrenzi

“Il direttore dell’Asur ha bocciato la mia proposta, ci può stare. Secondo me resta comunque un’idea fattibile ed interessante. Mi ha fatto molto piacere oggi ricevere telefonate di alcuni imprenditori e di tecnici che la pensano come me: questo significa che la mia proposta di recuperare strutture esistenti e di poterle anche riutilizzare in futuro non è per niente male. Quello che è certo è che realizzare una nave per bruciare 12milioni di euro da chiedere agli imprenditori non fa rimanere nulla nel territorio”.

Il Sindaco, Alessio Terrenzi, all’indomani delle reazioni alla sua proposta di recuperare reparti e spazi di proprietà dell’Asur già disponibili nel territorio regionale per attivare nuovi reparti di terapia intensiva e quella di accogliere i positivi al Covid-19 (che non necessitano di assistenza ospedaliera) e le persone in quarantena nei campeggi chiarisce ulteriormente la sua posizione.

“Probabilmente Daniele Gatti non ha compreso la mia proposta. Quando parlo dell’uso di un campeggio per ospitare le persone risultate positive al Covid-19 intendo quelle che non hanno bisogno di assistenza medica e che attualmente sono a casa perché asintomatiche. Così come quando parlo di ospitare in un altro campeggio le persone in quarantena monitorate dall’Asur intendo persone che stanno bene e che non necessitano di nessuna assistenza, proprio come avviene ora nelle loro abitazioni. Non sono mica assistiti a domicilio da personale medico! Se stanno a casa è proprio perché ci possono stare e l’Asur fa una semplice telefonata per verificare le loro condizioni. Se possono stare a casa perché non potrebbero stare in una struttura ricettiva con tutti i comfort? Queste persone non hanno bisogno di nulla, dal punto di vista sanitario, proprio come avvenne con le persone sfollate per il terremoto. Probabilmente il mio pensiero non è stato ben capito: il campeggio non va dato in gestione alla sanità come a nessun altro perché le persone che vi potrebbero confluire non hanno bisogno di sanitari. Il personale che andrebbe utilizzato non sarebbe quello sanitario ma quello delle stesse strutture ricettive per attivare la cucina e nemmeno per servire a tavola perché si potrebbe attivare la mensa self service. Se, invece, quello che teme è il discorso del contagio per gli ambienti è evidente che nel momento in cui dovranno ospitare i turisti i locali verrebbero sanificati a fondo”.


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