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Coronavirus: nessun decesso
all’ospedale Murri, sono 17 i morti

registrati in 24 ore nelle Marche

FERMANO - Nel bollettino medico delle 12 del Gores, nel Fermano risultano 334 positivi. Sono 10, tre in meno rispetto alle 12 di ieri, invece le persone ricoverate in Rianimazione, al Murri di Fermo mentre i casi di isolamento domiciliare sono 727 con 202 sintomatici. Al Murri, ad oggi, si contano 83 ricoveri in totale

di redazione CF

Nessun decesso all’ospedale Murri, e nemmeno di alcun residente nel Fermano, nelle ultime 24 ore. Questo il dato rincuorante che emerge dall’Area vasta 4. I toni devono, giocoforza, cambiare, però, se l’analisi si allarga su scala regionale. Nelle Marche, nelle ultime 24 ore, infatti, stando ai dati del Gores, il gruppo operativo regionale di emergenza sanitaria, sono purtroppo 17 i decessi. La persona più giovane spirata è un 46enne di Recanati deceduto al Torrette di Ancona. La più anziana una 96enne di Colli al Metauro, spirata a Pesaro.

E sempre stando ai dati del gruppo operativo regionale di emergenza sanitaria, nel bollettino medico delle 12 però,  nel Fermano risultano 334 positivi. Sono 10, tre in meno rispetto alle 12 di ieri, invece le persone ricoverate in Rianimazione, al Murri di Fermo mentre i casi di isolamento domiciliare sono 727 con 202 sintomatici. Al Murri, ad oggi, si contano 83 ricoveri in totale e, fortunatamente, nessun decesso in giornata. 

In termini di ricerca la Regione Marche aderisce ad una sperimentazione per la cura di pazienti in fase critica con polmonite da Sars-CoV2, secondo un protocollo sperimentale multicentrico promosso dalla Regione Toscana, con la quale sono già in atto specifici Accordi per la lavorazione del plasma, in ottica di macroregione.

“Come già in altre malattie epidemiche, quali ad esempio Ebola e influenza A H1N1, è conosciuto l’uso di plasma a scopo terapeutico – spiegano dalla Regione – prelevato da soggetti convalescenti, guariti dall’infezione.
Dati clinici indicano che la somministrazione di plasma, proveniente da pazienti immunizzati, può essere applicata in maniera sicura a pazienti in fase acuta, con un miglioramento delle condizioni cliniche e soprattutto minor mortalità.
Il meccanismo ipotizzato è la riduzione della replicazione virale, durante la fase inziale di malattia, ad opera degli anticorpi presenti nel plasma dei soggetti guariti.
La rete trasfusionale marchigiana, coordinata dal Dipartimento Regionale Medicina Trasfusionale in collaborazione con il Centro Regionale Sangue, si sta adoperando per implementare il protocollo per dare l’avvio alla sperimentazione, secondo rigidi criteri per la garanzia della sicurezza, in accordo con quanto dettato dalle norme nazionali (Consiglio Superiore di Sanità, Centro Nazionale Sangue).  I potenziali riceventi saranno selezionati, secondo precisi criteri clinici, dagli specialisti di riferimento, coordinati dal Dr. Pieretti dell’U.O. Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord”.

 


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