Il Centro Studi Carducci: “Ridisegnare il sistema economico post emergenza Covid”

FERMO - "Pensare di affrontare il domani con le logiche di ieri significa passare da una emergenza ad un’altra, rischiando di non riuscire ad uscirne."

“Il virus non sparirà presto dalle nostre vite e dovremo imparare a conviverci, pertanto è necessario uscire dalla logica dell’emergenza per far spazio a quella della analisi, della elaborazione e della pianificazione”.

Così scrive il Centro Studi Carducci di Fermo.

“Le recenti proposte, seppur interessanti e rilevanti, sono disegnate per la fase di emergenza, pensando che una volta finita (è da capire ancora se e quando finirà) tutto torni magicamente al funzionamento ante-covid. Pensare di affrontare il domani con le logiche di ieri significa passare da una emergenza ad un’altra, rischiando di non riuscire ad uscirne. Che in questa situazione sia indispensabile fare debito pubblico è oramai assodato e condiviso da tutti, ma la vera sfida è farlo bene, altrimenti la cura potrebbe trasformarsi nella causa del decesso qualora il nuovo debito dovesse aggravare piuttosto che risolvere gli atavici problemi del nostro sistema strutturalmente già vulnerabile, rigido e tecnologicamente poco avanzato.”.

Il Centro Studi Carducci, da sempre libero pensatoio, ritiene che la parola chiave per affrontare il mondo di domani sia “Resilienza”. Un sistema è resiliente quando è capace di apprendere nelle criticità, di sopravvivere ed adattarsi rapidamente in condizioni di incertezza a cambiamenti imprevisti e rilevanti. La Resilienza si può declinare in tutti i settori vitali per il Paese e passa per l’uso della tecnologia così come per la capacità di riprogettazione organizzativa.

“Gli esempi possono essere molti e non vogliono essere esaustivi – si legge nella nota stampa – Dal punto di vista sanitario, sul piano nazionale, al fine di garantire una uniformità delle prestazioni ai cittadini, si potrebbe pensare ad un investimento sulla gestione dell’imprevisto, ad una maggiore assistenza diffusa nei territori, rafforzando l’uso della telemedicina e potenziando la rete di volontariato, fucina di solidarietà nella gestione delle emergenze. Sul piano Istituzionale servirebbero nuove forme di coordinamento tra istituzioni internazionali, statali e locali, al fine di garantire un rapido impiego di risorse dove ce n’è bisogno, evitando così il costo di conflitti istituzionali. Sul fronte delle Aziende, anche le più piccole, la resilienza si declina nella capacità di sfruttare le opportunità dell’economia digitale così da poter gestire meglio le criticità e le opportunità di un lockdown. Ci auguriamo che questa drammatica crisi ci permetta almeno di uscire, una volta tanto, dalla sindrome del ‘tutti in ferie ad Agosto’, che penalizza le nostre esportazioni. I cambiamenti che si renderanno necessari, hanno bisogno di ‘cabine di regia’ che catalizzino l’energia dei diversi livelli istituzionali e di tutti i principali attori del sistema, parti sociali e centri di ricerca. Non si tratta di nuove forme di dirigismo, bensì di favorire con logiche di mercato la migliore espressione della solidarietà politica, economica e sociale di cui parla l’articolo 2 della Costituzione.

Per quanto ci riguarda, proponiamo 12 direttrici su cui effettuare una analisi dello stato dell’arte, una programmazione per obiettivi e una analisi costi/benefici delle misure che verranno messe in campo.

Turismo e Ho.Re.Ca. Artigianato Educazione & Ricerca Istituzioni
Agricoltura e Pesca Costruzioni Risorse energetiche Terzo settore
Commercio, Logistica e Servizi Industria Servizi Finanziari Sanità

Consapevoli che un conto è stringere la cinghia un mese, un conto è doversi confrontare con un mondo che cambia, riteniamo che per favorire gli investimenti pubblici nel mercato, si potrebbe rafforzare il ruolo nazionale di Invitalia affiancandolo sul territorio da una valorizzazione del ruolo delle partecipate virtuose, quelle ben capitalizzate e con i bilanci in attivo.

Non vogliamo passare per quelli che puntano il dito, anzi ci teniamo a riconoscere i meriti del lavoro fin qui profuso dalle Istituzioni e dagli operatori del sistema sanitario e con stima crediamo che ora più che mai sia il tempo per fare un passo in avanti sul fronte della pianificazione, del coordinamento istituzionale, e del progresso tecnologico. Piuttosto che canalizzare il dibattito pubblico su Eurobond o Covid-Tax, chiediamo ai professionisti, agli imprenditori, agli scienziati, ai manager, agli insegnanti, a tutti i corpi intermedi, insomma a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di inviarci il loro contributo al fine di poter costruire una piattaforma condivisa per il rilancio del Territorio. Scriveteci alla mail centrostudicarducci@gmail.com. Siamo un grande Paese e nella difficoltà sappiamo dare il meglio di noi stessi: facciamolo con spirito di servizio e oltre ogni logica di appartenenza.”.


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