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La rabbia di estetiste e parrucchieri,
Giandomenico: “Aprire il 1 giugno?
Sarà un massacro”

PORTO SANT'ELPIDIO - L'estetista: "Dilagherà l'abusivismo, quindi anche i rischi per la salute pubblica; tante attività non riapriranno più"

La notizia che potranno riaprire solo il 1 giugno è stata una mazzata per tutto il settore. Parrucchieri ed estetisti speravano di poter ripartire almeno due settimane prima e l’annuncio del premier Giuseppe Conte li ha gelati. E’ arrabbiata Gioia Giandomenico, titolare del centro estetico che porta il suo nome a Porto Sant’Elpidio, nonché coordinatrice locale della Lega e presidente dell’associazione di commercianti Faleria Enjoy. In queste ore ha raccolto tutti i colleghi della città in una chat comune, in cui si condividono riflessioni amare sul futuro.

“Mi faccio portavoce del malumore di tutti quelli che lavorano nel ramo estetico e dell’acconciatura – spiega la Giandomenico – Non riesco a capire perchè dobbiamo essere così penalizzati. Nessuno immaginava di lavorare facendo finta di niente, c’è massima responsabilità e disponibilità ad adottare tutti gli accorgimenti necessari per operare in sicurezza, anche perchè il nostro settore è già abituato a sterilizzare attrezzature e strumenti. Le nostre categorie sono in rivolta, c’è anche gente con 3-4 dipendenti, ci sono partite Iva che non hanno preso nemmeno i 600 euro. Tre mesi di incassi zero sono un colpo tremendo, le bollette vanno pagate ugualmente, sospendere i mutui non è affatto semplice, il pagamento degli affitti viene spostato, ma tra qualche mese ci troveremo a pagare sia il vecchio che il nuovo. Aumenteranno i costi, perchè dovremo spendere per sanificatori, tappetini, igenizzanti, mascherine. Diminuirà il lavoro, perchè dovremo far entrare le persone una alla volta su appuntamento. Forse si pensa che il nostro sia un settore frivolo, ma ci sono diversi clienti per i quali un trattamento è importante anche a livello di salute, non è solo estetica”.

Oltre al fermo prolungato, Gioia lamenta anche “l’incertezza, non sappiamo ancora di preciso cosa dobbiamo fare per mettere a norma le nostre attività. Per una partita Iva stare fermi tre mesi è un massacro, molti non riapriranno più. Quando siamo operativi versiamo una barca di soldi allo Stato. Ora che siamo chiusi, per lo stato valiamo 600 euro ogni 50 giorni. Allora, quando si ripartirà, 600 euro ogni 50 giorni è l’unica somma che dovremmo pagare di tasse. Vorremmo avere la possibilità di spalmare i pagamenti in un periodo ampio, di 4-5 anni, non di doverci sobbarcare altri prestiti”.

Gioia Giandomenico evidenzia poi il problema dell’abusivismo. “Se ci tengono chiusi altri 40 giorni è inevitabile che dilaghi l’irregolarità. E’ già un fenomeno in crescita, figuriamoci cosa capiterà nelle prossime settimane. Un’attività in regola osserva una serie di misure di sicurezza, io ad esempio sterilizzo con l’autoclave gli strumenti che adopero per il mio lavoro. Di certo chi esercita abusivamente a casa non avrà la stessa attenzione e le stesse attrezzature, così il risultato è mettere più a rischio la salute, anziché tutelarla. Alla fine tanti operatori del settore chiuderanno perchè non riescono più ad andare avanti e si metteranno a lavorare in nero”.

Uno sfogo, tiene a precisare l’estetista, che non c’entra nulla con le sue simpatie politiche. “Parlo da partita Iva, non è certo con la politica che arrivo alla fine del mese – conclude Gioia Giandomenico – Se scelte del genere le avesse fatte Salvini sarei stata anche più dura, perchè l’ho votato e quindi l’avrei considerato un tradimento della mia fiducia. Siamo di fronte ad una crisi gigantesca e il partito di chi decide è l’ultimo pensiero. Chiedo di rivedere scelte che mettono in ginocchio un intero settore”.

P.Pier.


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