di Paolo Bartolomei
Era il giorno dell’Ascensione. All’acquisto della chiesetta, proveniente da Ponte delle Alpi (Belluno), avevano contribuito i parrocchiani, i quali collaborarono anche al suo montaggio e all’allestimento davanti alla odierna chiesa.
Il Resto del Carlino del 7 maggio 1964
Il 31 maggio 1964 mons. Vincenzo Vagnoni, vicario generale dell’Arcidiocesi di Fermo, immise il primo parroco, don Febo Cacaci, 42 anni, nativo di Massignano, ma che da ben 18 era viceparroco di don Giuseppe Galandrini a Capodarco e spesso si recava in motocicletta a dire messa anche nella vecchia chiesetta di San Tommaso di Canterbury.
Venne istituita la nuova parrocchia (sottraendo il territorio a quella di Capodarco), intitolata a San Norberto, non tanto in onore del santo francese, ma per ricordare l’arcivescovo fermano che ne volle la nascita e sin da quei giorni decise di darsi da fare per realizzare una vera e propria chiesa in muratura, che difatti vedrà la luce nei primi anni settanta, quando Perini non sarà più a capo dell’arcidiocesi.
Lo sviluppo urbanistico della zona era iniziato con le primissime case nel 1948-50, quando ancora si chiama soltanto Contrada Alberelli o San Michele.
Il nome Lido di Fermo venne attribuito a seguito dell’apertura dell’omonimo hotel da parte di imprenditori romagnoli verso la metà degli anni ’50 (così come l’odierno toponimo Casabianca è originato dal nome di una lottizzazione privata).
Nel giro di pochi anni lo sviluppo edilizio e turistico divenne esplosivo, al punto da rendere necessaria la nuova parrocchia, la chiesetta provvisoria in legno, quindi la chiesa vera e propria e poi anche una scuola.
Don Febo Cacaci è stato parroco attivissimo e ben voluto da tutta la popolazione, sia quella residente che i tanti turisti estivi, per ben 37 anni, fino al giugno 2001, quando andò in pensione alle soglie degli 80 anni, sostituito per pochi mesi da don Luigi Valentini poi dal 9 settembre dello stesso anno da don Giuseppe Mei, ancora oggi parroco di San Norberto.
Don Febo. Alle sue spalle si riconosce il prof. Walter Tulli.
L’Arcivescovo di Fermo. mons. Norberto Perini, in un disegno del maestro Danilo Interlenghi
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