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Curva Duomo:
“No alla ripartenza del calcio
business, priorità alla salute”

TIFOSI - Anche il gruppo di tifosi della Fermana Football Club ha aderito al coro sostenuto da curve italiane ed europee a favore della non ripartenza dei principali circuiti agonistici, se non nelle condizioni idonee a garantire il pieno e sicuro accesso del pubblico allo stadio. "Per uno sport lontano dalle speculazioni, e più vicino alla sana passione originaria" la sintesi del pensiero ultras in tempo di Covid 19

La curva Duomo dello stadio Bruno Recchioni, sede naturale del tifo domenicale del gruppo di sostenitori gialloblù dell’omologa denominazione

di Paolo Gaudenzi

 

FERMO – “L’Europa è nella morsa del Coronavirus. I governi hanno dichiarato il lockdown totale tutelando cosi la cosa più preziosa che hanno: la salute pubblica, primo obiettivo per tutti. Per questo riteniamo più che ragionevole pensare ad uno uno stop assoluto del calcio europeo“.

Inizia con queste parole il comunicato congiunto firmato da molte tifoserie nazionali e d’oltre confine patrio nel merito della sospensione dei vari campionati. Un messaggio sentito e condiviso anche dai sostenitori della Fermana Football Club riconducibili alla Curva Duomo.

Chi gestisce quest’ultimo (calcio, ndr), invece, ha fin da subito espresso un solo ed unico obiettivo: ripartire. Siamo fermamente convinti che a scendere in campo sarebbero solo ed esclusivamente gli interessi economici, e questo viene confermato dal fatto che il campionato dovrebbe ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i tifosi“, prosegue il testo della missiva.

“Ci è più lecito pensare che, ancora una volta, la supremazia del denaro vada a calpestare cosi il valore della vita umana. Pertanto, chiediamo fermamente agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche finché affollare gli stadi non tornerà ad essere un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva. Se il sistema calcio si trova in una situazione di tanta difficoltà, la colpa va attribuita alla mal gestione degli ultimi decenni – incalzano i tifosi -, mal gestione che abbiamo sempre messo in evidenza, con il solo ed unico fine di tutelare e salvaguardare lo sport più bello del mondo“.

“Oggi il calcio è considerato più un’industria che uno sport, dove le pay tv tengono sotto scacco le società alimentandole con i propri diritti televisivi, permettendo così alle società stesse di pagare stipendi spropositati ai calciatori e alimentando a loro volta la sete di denaro di procuratori squali, il cui unico obiettivo è quello di gonfiarsi il portafoglio – l’affondo dei supporters -. Un sistema basato solo sul business ed interessi personali che se non verrà ridimensionato quanto prima porterà ad un solo ed unico fine: la morte del calcio stesso“.

“Teniamo a sottolineare che se gli Ultras avessero una minima di intenzione di lucrare su quella che è la propria passione, come abbiamo potuto leggere dai media in questi giorni, spingeremmo per una ripartenza dei campionati anziché lottare affinché questo non avvenga – la conclusione – andando contro il sistema calcio ed a chi lavora per esso, scrivendo assurdità di ogni tipo. Tutto questo deve cambiare, siamo pronti a confrontarci con chi di dovere per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni ad essere uno sport popolare”.


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