“Le Amministrazioni del Fermano sono chiamate ad affrontare una situazione senza precedenti, con quella carenza di risorse che deriva in sostanza dalle politiche austeritarie messe in atto dall’Unione Europea e dai vari governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni. Occorre adottare una linea di aiuto alle persone e alle attività che costituiscono il tessuto lavorativo del territorio. Aiuti diretti, cancellazione o abbassamento delle tasse e altri strumenti sono tutti condivisibili: in un momento di difficoltà, come quello che stiamo vivendo, i Comuni devono utilizzare tutti gli strumenti che hanno a disposizione per rilanciare una speranza”. Inizia così l’intervento della Federazione di Fermo Partito Comunista Italiano in merito all’emergenza in corso.
“È importante, chiaramente, non disperdere gli aiuti in un’erogazione a pioggia – spiegano dalla Federazione di Fermo – mentre alcune persone non sono state danneggiate o lo sono state in misura minore da questi mesi di blocco, altre, perché in una situazione contrattuale precaria, hanno subito un colpo pesantissimo, senza poter nemmeno accedere agli aiuti messi in campo dallo Stato. Allo stesso modo non tutte le imprese stanno subendo gli stessi contraccolpi dalla crisi: vi sono attività che ripartiranno, altre che invece stenteranno a farlo. In una situazione di scarse risorse crediamo sia necessario modulare gli interventi in modo da aiutare in misura maggiore quelle persone e quelle attività che ne avranno più bisogno. Non sarà facile, richiederà un maggiore sforzo da parte dei Comuni, ma la politica deve dare delle risposte giuste e allo stesso tempo credibili nell’emergenza che stiamo vivendo.
Federazione di Fermo che aggiunge: “Aiutare le attività economiche, d’altra parte, non vuol dire far diventare il territorio una sorta di Far West dove tutto, per alcuni mesi, sarà possibile. Per esempio, i concessionari di spiaggia chiedono da giorni l’estensione delle proprie concessioni verso le spiagge libere. Riteniamo una via da non percorrere quella di ridurre gli spazi per una libera e gratuita fruizione delle spiagge, specialmente in un momento di difficoltà economica per le persone e considerando che anche sulle spiagge libere vi sarà già una diminuzione degli spazi a causa del distanziamento sociale. Per fare un altro esempio, la Confindustria, la stessa che si è sempre opposta alla chiusura totale delle imprese accentuando il contagio e la sua mortalità, non vorrebbe essere responsabile della tutela dei lavoratori dal contagio. Insomma, molte imprese vorrebbero cominciare a lavorare lavandosene le mani della sicurezza dei dipendenti. Non c’è poi da stupirsi che già in tempi normali questo Paese abbia un elevato numero di morti e infortuni sul lavoro”.
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