A 43 anni dalla battaglia delle Marche, i carabinieri di Fermo omaggiano la memoria di Alfredo Beni e Sergio Piermanni con una celebrazione liturgica nella chiesa di San Francesco, a Fermo.
“Nella notte tra il 17 e il 18 maggio 1977, prima a Porto San Giorgio e, poco dopo, a Civitanova Marche – ricordano quella drammatica notte, i carabinieri – sei criminali, alcuni dei quali pluriomicidi ed evasi, appartenenti al cosiddetto “clan dei catanesi”, intercettati da militari delle compagnie dell’Arma dei carabinieri di Fermo e di Civitanova Marche, non esitarono a fare uso delle armi, per cercare di sottrarsi al controllo. Nel corso dei tre distinti e violentissimi conflitti a fuoco che ne derivarono ed ai quali presero parte, complessivamente, dieci carabinieri, due di questi ultimi, entrambi dopo aver efficacemente reagito con il fuoco delle proprie armi, persero la vita (ed altri due furono gravemente feriti). Si trattava dell’appuntato Alfredo Beni e del maresciallo capo Sergio Piermanni”. Nel gruppo dei militari bersagliati dal fuoco criminale, anche l’appuntato Giovanni Dell’Avvocato, allora nell’Aliquota operativa Radiomobile, padre dell’attuale comandante del Norm di Fermo, il tenente Serafino Dell’Avvocato, che scampò, insieme al comandante del Norm Salvatore Coppola, al fuoco dei malviventi forse perché in borghese, a differenza dei colleghi che persero la vita in una delle pagine più tristi per l’Arma e per il Fermano.
E l’Arma dei Carabinieri certo non dimentica. Ogni anno, a Porto San Giorgio, per ciò che concerne il Fermano, la cerimonia solenne nella piazza dedicata proprio all’appuntato. Quest’anno, invece, a causa del Covid, la cerimonia non si è potuta tenere pubblicamente ma i carabinieri comunque non dimenticano. E i militari dell’Arma, con in testa, il comandante provinciale, il tenente colonnello Antonio Marinucci, hanno rpeso parte a una celebrazione liturgica nella chiesa di San Francesco, a Fermo, alla quale hanno preso parte anche il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro e il vicesindaco di Porto San Giorgio, Francesco Tota Gramegna.
Nel gruppo dei militari bersagliati dal fuoco criminale, anche l’appuntato Giovanni Dell’Avvocato, allora nell’Aliquota operativa Radiomobile, padre dell’attuale comandante del Norm di Fermo, il tenente Serafino Dell’Avvocato, che scampò, insieme al comandante del Norm Salvatore Coppola, al fuoco dei malviventi forse perché in borghese, a differenza dei colleghi che persero la vita in una delle pagine più tristi per l’Arma e per il Fermano
“Dei sei malviventi, quattro – ricordano dalla compagnia dei carabinieri di Fermo – restarono uccisi e due vennero arrestati. A bordo dell’autovettura di cui disponevano vennero rinvenuti fucili, altre pistole, munizioni, esplosivi, corde e materiale per il travisamento. Successivamente, venne anche accertato che gli stessi erano appena giunti nelle Marche, da Torino, dove solo tre mesi prima alcuni di essi si erano resi responsabili, per ultimo, dell’omicidio di un Funzionario di pubblica sicurezza e del ferimento di un suo Collega, entrambi in servizio alla Squadra Mobile di quella città. Ai militari dell’Arma vennero conferite, nel complesso, tre Medaglie d’Oro al Valor Militare, due delle quali ‘alla memoria’ dell’appuntato Alfredo Beni e del maresciallo capo Sergio Piermanni, e due d’argento, sempre al valore militare, oltre a numerosi riconoscimenti di altra tipologia, molti dei quali attribuiti da enti, associazioni private ed istituzioni del territorio delle Marche”.
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