Cinquant’anni a servizio di tutta la comunità: Casette d’Ete festeggia don Gino

CASETTE D'ETE - Le nozze d’oro sono un traguardo importante che va festeggiato come si deve, per cui la festa è solo rimandata. Per ora giungano a Don Gino, l’abbraccio, il ringraziamento e l’augurio della comunità intera affinché possa continuare a camminare e collaborare insieme!

Il 31 Maggio 1970 Monsignor Vincenzo Vagnoni, vicario generale dell’Arcidiocesi di Fermo, conferiva il possesso canonico della Parrocchia SS. Redentore di Casette d’Ete al giovane Don Iginio Marcelli. Non era un volto nuovo per la comunità, perché aveva già trascorso in parrocchia 5 anni da cappellano al fianco di Don Primo Livi. Anni in cui si era fatto conoscere nella collaborazione, nell’attività e nell’impegno propositivo rivolto all’intera comunità, basti pensare alla sistemazione della chiesa nel 1967 o alla realizzazione del campo sportivo.

Nella sua prima omelia, salutava, ringraziava ed esortava tutti con il suo solito modo di fare, semplice, appassionato, spigliato e a tratti pungente, che ormai abbiamo imparato a conoscere.  “Eccovi due mani che benedicono, che consacreranno, che assolvono, eccovi la mia vita offerta a Dio e messa a vostro servizio: sono vostro e a vostra disposizione. Non potrò cercarvi tutti, sappiatemi cercare voi.” Diceva così Don Gino quel giorno. Chissà se oggi se ne sarà pentito? Di certo i suoi parrocchiani lo hanno cercato spesso, come fanno i figli con un padre: nel bisogno e nella sofferenza prima di tutto, ma anche nei sacramenti. Tante le case visitate e le famiglie benedette, tanti i bambini battezzati e accompagnati alla prima comunione, tanti i giovani preparati alla cresima e tanti quelli con cui ha vissuto momenti indimenticabili nei campi-scuola, molte le coppie unite in matrimonio, innumerevoli le persone perdonate nel sacramento della riconciliazione e quelle benedette nell’ultimo saluto.

Un impegno il suo rivolto non solo ai suoi stretti parrocchiani, ma a tutta la comunità di Casette d’Ete che ha potuto godere e gode ancora del suo operato: ha fondato la società sportiva, ha insegnato alla scuola media, ha voluto, costruito e portato avanti, finchè ha potuto, la scuola materna, oggi pubblica, ha collaborato alle feste cittadine, si è speso per tenere in vita la chiesa di Cura Mostrapiedi e il cimitero.

La strada non è stata ovviamente sempre in discesa, tante le salite affrontate in questi 50 anni che non possono essere di certo raccontati in poche righe, ma ognuno a suo modo li ha vissuti e ne porta con sé il ricordo.

Le nozze d’oro sono un traguardo importante che va festeggiato come si deve, per cui la festa è solo rimandata. Per ora giungano a Don Gino, l’abbraccio, il ringraziamento e l’augurio della comunità intera affinché possa continuare a camminare e collaborare insieme!


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